Grande partecipazione alla tradizionale conferenza di Natale, tenuta quest'anno dal noto Studioso Antonio Volpini "Eserciti in marcia: i tempi di viaggio degli eserciti da Annibale a Carlo Magno"
Grande partecipazione alla tradizionale conferenza di Natale, tenuta quest'anno dal noto Studioso Antonio Volpini "Eserciti in marcia: i tempi di viaggio degli eserciti da Annibale a Carlo Magno"
Telegenico Tommaso
Come da tradizione anche quest'anno ci ritroviamo insieme per assistere ad una conferenza e con l'occasione scambiarci gli auguri di Natale.
Sabato 14 dicembre 2024 alle ore 17,00 presso l'Hotel San Claudio
Conferenza di Antonio Volpini su:
Antiche vie di pellegrinaggio:
L'ABBAZIA DI SAN CLAUDIO AL CHIENTI LUNGO LA VIA LAURETANA TRA FERMO E LORETO
questo è il sito da dove sono prese le seguenti informazioni: http://www.ulis-nachschlag.de/2020/20200215_schaub-andreas.php Il profano vede solo pietre e macerie.
L'archeologo della città Andreas Schaub con un taglio profondo circa un
metro, che è stato messo in sicurezza nel 2011 durante gli scavi sotto il
vestibolo della cattedrale di Aquisgrana. La sezione mostra più di 500 anni
di storia degli insediamenti di Aquisgrana, dal basso verso l'alto (1) il
terreno coltivato dal Neolitico ai primi Romani, (2) l'"orizzonte
romano di calpestio", cioè la pianura su cui camminò il primo Öcher. Lo
strato (3) è il primo manto stradale romano intervallato da
massi di selce. Il livello (4) è stato creato in connessione
con la costruzione delle Münsterthermen. Contiene un gran numero di schegge
di grovacca che sono state create quando le pietre sono state tagliate. Nello
strato (5) c'è un sacco di scarto di mattoni. Le tracce di
grovacca nello strato (6) suggeriscono che in questo periodo
fossero in corso importanti lavori di ristrutturazione delle terme, forse
anche ampliamenti. Il livello (7) contiene nuovamente
rifiuti edili. Il livello (8) ha una composizione simile a
(3). Dalla costruzione della prima strada (3), erano stati lasciati in giro e
ricostruiti così tanti rifiuti urbani che è stato necessario aumentare il
livello della strada. Infine, lo strato (9) contiene le
macerie di demolizione delle terme della cattedrale, che furono abbandonate
alla fine del IV/inizio del V secolo. Al suo posto, Carlo Magno pose la prima
pietra della sua chiesa di Santa Maria, l'ottagono della cattedrale di
Aquisgrana, nel 795. (Se vuoi visualizzare l'immagine senza numeri che
distraggono, sposta semplicemente il mouse al suo interno. Per gli utenti di
iPad: toccando l'immagine si fanno scomparire i numeri, toccando all'esterno
si fanno scomparire.) Foto: Ulrich Simons |
Febbraio 15, 2020
L'archeologo della città
Andreas Schaub:
Mi sarebbe piaciuto averlo nella storia
Vivere l'uomo è un colpo di
fortuna per chiunque sia interessato alla storia. L'archeologo cittadino
Andreas Schaub non solo ha una conoscenza quasi inesauribile, soprattutto sui
Celti e sui Romani, ma anche il raro dono di essere in grado di trasmettere questo
ricco tesoro di conoscenze in un modo così emozionante e divertente che viene
voglia di ascoltarlo per ore.
Se avete mai letto
l'annuncio di una conferenza pubblica (di storia) con lui: andateci!
L'argomento non ha importanza: l'uomo è semplicemente buono.
L'ho incontrato in una
fredda mattina di inizio dicembre in una fossa di costruzione in Lothringer
Straße, dove il Regionetz si era imbattuto nei resti di un vecchio tubo
dell'acqua romano a una profondità di circa tre o quattro metri. Almeno sulle parti
che all'epoca non erano in legno.
I romani non erano solo
brutali attaccabrighe con armature sferraglianti. Sulla loro scia hanno avuto,
tra le altre cose, architetti e ingegneri che hanno portato qualcosa di simile
alla "civiltà" nei territori conquistati in molte aree. E poiché le
vecchie pietre laggiù nel buco in Lothringerstraße non potevano più raccontare
la loro storia, Andreas Schaub lo fece.
Il pezzo di canale
apparteneva a un tubo dell'acqua che terminava in un collettore all'incirca
dove oggi si trova l'Elisabethhalle. Tra le altre cose, l'acqua (fredda) veniva
utilizzata per raffreddare l'acqua calda fino a 70 gradi delle sorgenti termali
nell'antico quartiere balneare del Duomo e di Büchel a temperature piacevoli
per il bagno.
Il "refrigerante"
proveniva dal Wurm, che proveniva da Diepenbenden sul lato dell'odierna
Wilhelmstraße di fronte alla città e scorreva all'incirca nella zona di
Bachstraße. I Romani l'avevano sfruttata e convogliata parte della sua acqua
verso l'odierna Elisenbrunnen.
Gli altri corsi d'acqua,
come Pau o Johannisbach, ha detto Andreas Schaub, svolgevano in parte altre
funzioni nell'antichità. "Il Johannisbach", l'archeologo della città
stupì i suoi ascoltatori, "era largo fino a cinque metri in alcuni punti
ed era quasi certamente navigato da chiatte pesanti a fondo piatto".
LO INDICA IL CAPITULARE DE VILLIS
“Capitulare” È un
termine carolingio che indica le prescrizioni di una legge.
La legge o “Capitulare” che vogliamo prendere in considerazione è definita: “De Villis vel Curtis Imperii”. Essa è stata emanata intorno
all’anno 770; indica quali sono le proprietà della famiglia
di Carlo Magno, inoltre ordina che queste siano preservate e mantenute
esclusivamente per il sostentamento della famiglia reale.
Il “Capitulare de Villis”
descrive in modo dettagliato l'organizzazione dell’Ager di proprietà di Carlo
Magno, ne sottolinea la struttura che si presenta in forma piramidale con
“Ministeria”,Curtis” e “Villae”. Specifica in modo dettagliato ed esaustivo ciò
che deve essere prodotto ed allevato in ciascun “Ministerium”: vengono elencati
i prodotti da coltivare e quali animali devono essere allevati, specificandone
anche il numero da mantenere sempre nelle stalle.
Il “Capitulare” è così dettagliato da ordinare
di rendere piacevoli ed eleganti i cortili delle “Villae” con la presenza di
pavoni, fagiani ed altri animali incantevoli.
La gestione del “Ministerium” è affidata ad un
“Judex”, che deve esercitare sia il potere amministrativo che giudiziario,nominato
direttamente da Carlo Magno. Agli iudices competevano
anche altri doveri: dovevano servire a turno nel Palazzo e potevano essere
incaricati di ambascerie o partecipare a spedizioni militari. Erano
evidentemente i grandi del regno, legati al re da un giuramento di fedeltà.
Il “Capitulare de Villis” ha
sempre destato, da parte degli storici, grande interesse e anche tanta
confusione a causa dell’elenco dei prodotti che devono essere coltivati nei
“Ministeria”. L’identificazione di Aachen con Aquisgrana e quindi la sua
ubicazione nel nord Europa ha disorientato gli storiografi, i quali basandosi
sulla coltivabilità dei prodotti descritti nella legge, considerando che questi
nella quasi totalità possono essere coltivati esclusivamente nell’area del
Mediterraneo, non sono in grado di definire dove venivano coltivati i prodotti
elencati. Il “Capitulare” afferma che solo Carlo Magno o in sua assenza la sua
consorte ha il potere di dare ordini in tutto l’Ager.
Il nostro
interesse è rivolto non solo alla individuazione dell’ubicazione nella quale
devono essere realizzate le colture descritte nella legge, ma principalmente
all’approfondimento e all’analisi della struttura del’Ager descritta nel “Capitulare”.
Dall’analisi del documento ricaviamo
importanti considerazioni:
-
L’Ager di proprietà di
Carlo Magno, per la tipologia di ciò che nello stesso deve essere coltivato, è ubicato nell’area del Mediterraneo.
-
Aquisgrana con il suo
“Palatium”, cioè la sua area di potere, analizzando i dettagli delle attività
in esso svolte, risulta ubicata all’interno
dell’Ager e quindi anche Aquisgrana è
ubicata nell’area del Mediterraneo.
-
Dall’analisi dei documenti dell'alto Medioevo a noi pervenuti, risulta
che fino nel XI e XII secolo, solamente in quelli relativi ad avvenimenti del
Maceratese e dell’Ascolano è indicata la
presenza dei “Ministeria”, “Curtis” e
“Villae”, cioè la ripartizione del territorio di Aquisgrana descritto nel
“Capitulare de Villis”.
Ribadiamo che del
“Capitulare de Villis” solo la tipologia dei prodotti agricoli elencati nella
legge, ha sempre interessato gli storici. Questi, avendo ubicato Aquisgrana,
intesa come Aachen, nel nord della Germania, hanno avuto grande difficoltà nell’individuare
i luoghi del “Capitulare”. Poiché la
collocazione di questa proprietà di Carlo Magno è strettamente legata alla
collocazione di Aquisgrana, ma ad Aachen alcune colture erano impraticabili, gli
storici hanno considerato Aquisgrana una
capitale diffusa presenziata da una Corte itinerante.
Riteniamo quindi che
il “Capitulare de Villis” non sia stato analizzato mai dagli storici nella sua
completezza, lo abbiamo riletto, ponendo l’attenzione sulla funzione fondamentale
della organizzazione dell’Ager con i suoi dei vari “Ministeria”, che
è rivolta esclusivamente al sostentamento della famiglia allargata del Re ed
alla produzione e conservazione di derrate alimentari fondamentali per il
sostegno delle campagne militari che venivano sostenute tutte le estati.
Il numero dei
capi di bestiame l’abbondanza dei vari prodotti agricoli coltivati denotano un diffuso benessere e soprattutto una grande
disponibilità di vettovaglie, da utilizzare nelle continue azioni militari. L’efficienza della organizzazione militare la
riscontriamo anche dalle prescrizioni per costruire i carri per il trasporto
delle vettovaglie, che devono essere leggeri ed impermeabili per attraversare
indenni i corsi d'acqua, senza arrecare danni alle derrate trasportate.
Il “Capitulare” definisce chiaramente che L’Ager”, o “Latifondo”: descrive un territorio
sufficientemente circoscritto, come si evince dal fatto che, in caso di
conflittualità fra cittadini o tra cittadino e autorità o quando il cittadino deve essere richiamato per un cattivo
comportamento deve recarsi digiuno a piedi dal Re. Questo testimonia che l’Ager è un’area ben definita e circoscritta.
Ogni “Ministerium”
è anche gestito da un judex, il
quale è un uomo di stretta fiducia di
Carlo Magno a cui il re affida la gestione sia amministrativa che legale del Ministerium. Ciò ci conferma che con Carlo
Magno non vi è ancora traccia di Feudalesimo, bensì un rapporto diretto e
fiduciario tra il Re e chi gestisce la sue proprietà, lo Judex.
La indicazione
del tipo e quantità di prodotti agricoli
da coltivare, di quali e quanti animali allevare, delle peschiere da gestire, dei
mulini da costruire, del vino cotto da produrre ci presenta una economia florida
e ben gestita, e la vitalità delle varie “Curtis” o Villae”.
Particolarmente interessante è
la figura del “Comes Stabuli” descritta nel “Capitulare”. Questa autorità
presiedeva lo STABULUM, cioè l’area dove
erano ubicate le strutture atte all’allevamento dei vari tipi di animali. La concentrazione nell’alto maceratese di una
nutrita serie di toponimi di origine faunistica, tipo: Pieve Bovigliana, Pieve
Taurina, Capriglia, Monte Cavallo e altri toponimi attestano come questi luoghi
siano stati luoghi privilegiati per alcune tipologie di allevamenti prescritti
nel “Capitulare”. Riteniamo che per alcuni edifici di questa area dell’alto
maceratese, che presentano caratteristiche architettoniche syriache, si possa retrodare
l’origine. Uno di questi è senz’altro il castello di Beldiletto, nella sua parte
più antica. Si tratta di un vasto quadrilatero, poco lontano dalla corrente del
fiume, la cui struttura sembra studiata per l’allevamento del bestiame.
I documenti sono
fondamentali per la ricostruzione della Storia, ma spesso accade che gli
storici partono da un assunto e si sforzano di adattare le fonti, senza averle
analizzate scrupolosamente, a ciò che danno per scontato, accettato da tutti e
conveniente per il mondo accademico che non ama stravolgimenti della tradizione
storica. Gi storiografi rifuggono le contestazioni che richiederebbero
ulteriori studi e approfondimenti per confrontarsi scientificamente con chi osa
affermare nuove tesi.
Il documento:
“CAPITULARE DE VILLIS” (Tradotto dal Prof. Giovanni Carnevale)
l)
Vogliamo che le nostre villae, che abbiamo impiantato
perché servano ai
nostri bisogni, siano totalmente al nostro servizio e non di altri uomini.
2)
Vogliamo che la nostrafamilia sia ben trattata e non
ridotta in miseria da nes-
suno.
Il libro di Luca Maria Cristini ci rivela una scoperta architettonica che è passata sotto troppo silenzio presso gli studiosi del medioevo:
“Il Santuario di San Severino in occasione delle recenti opere di restauro conseguenti al sisma del 1997, è stato fatto oggetto di scavi archeologici al di sotto del pavimento…… In una delle configurazioni (dello scavo ndr) dovette essere del tutto analoga, almeno per quanto concerne lo sviluppo in pianta, all’abbazia di San Claudio al Chienti.”
Mancini Enzo 12 ottobre 2024
Chronicon farfense
Dopo trenta anni buoni, su invito di Alberto Morresi, sono tornato
a leggere questo libro di Gregorio di Catino, vissuto all'incirca fra il 1066 e
il 1133. Non certo le pergamene originali, ma nell'edizione del 1903 a cura di
Ugo Balzani, che a quanto sembra è l'unica in circolazione. Credo che studiosi
capaci di leggere le pergamene originali siano una razza in estinzione.
Peccato, perché le pergamene possono fornire particolari interessanti, come
cancellature, inserzioni, delezioni, strappi in punti strategici, eccetera.
Di documenti originali del periodo carolingio, al di fuori degli
MGH, avevo trovato solo questo nella biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata.
Sfogliando questo libro ammuffito ricordo chiaramente che mi sorprese trovare
in poche pagine tre o quattro diplomi con la dicitura " actum in aquis
palatio ", sarebbe a dire ad Aquisgrana.
Fu uno dei motivi che mi spinsero a dar ragione a Giovanni
Carnevale: come facevano dal Nord della Germania, a quei tempi, ad occuparsi
degli "scatafossi" sparsi per l'Italia centrale?
Perché poi, se questi documenti sono stati redatti a corte dell'Imperatore
non sono stati inseriti negli MGH? E' possibile che Pertz e compagnia
bella non conoscessero il "Chronicon farfense"?
La risposta che oggi mi sorge spontanea è che questi documenti
avrebbero dato ai teutonici parecchie gatte da pelare.
Prendiamo ad esempio il diploma riportato a pag. 191 "actum Aquis palatio... IIII
kalendas martii... anno imperii Domni Karoli... unctionis suae
primo" alla presenza del notaio Inquirino e del
vicecancellario Liutgardo, "et
de anulo nostro supter eam iussimus sigillari", fornito
cioè non solo della firma ma anche dell'impronta dell'anello del grande Capo.
Sembrerebbe chiaro che in data 26 febbraio 801 l'abate Ingoaldo
ottiene da Carlo Magno la conferma dei benefici rilasciati al monastero di
Farfa dai re Longobardi.
Ma c'è un problema.
Nel Natale dell'800 Carlo Magno fu incoronato a Roma, che sta in
Italia. Il 29 marzo 801, partito da Roma, si trovava a Spoleto, attesta
Eginardo, dove fu testimone di un disastroso terremoto. Anche Spoleto sta in
Italia. Dato che il documento ha tutti i crismi per essere veritiero, il
Grande Carlo avrebbe a Roma preso il titolo di "Imperatore", attraversò
le Alpi in pieno inverno per mettere il suo sigillo sul diploma in questione ad
Aachen in meno di due mesi, sempre in inverno avrebbe di nuovo attraversato le
Alpi per stare a Roma neanche un mese dopo, per essere poi puntuale a prendere
la strizza del terremoto di Spoleto.
Carlone fu buttato giù dal letto all'ora seconda della notte, più
o meno verso le 22, forse interrotto sul più bello di una prestazione amorosa
di cui era ancora capace, dopo aver pasteggiato a formaggio pecorino,
specialità del posto.
Il Mabillon, racconta Balzani, trovò la cosa inverosimile, per cui scrisse che il Carlo del documento doveva essere il nipote, quello detto "il Grasso" e che l'anno era l'881. Ma per dire questo si è dovuto inventare un abate Ingoaldo II che non risulta da nessuna parte, che Gregorio di Catino, di solito così preciso, avrebbe dimenticato di inserire nell'elenco degli abati.
Anche il Muratori, come Mabillon, attribuì il diploma a Carlo III il Grosso ma avendo scoperto che a quella data il personaggio stava in Italia, cercò una "Aquis" a Sud delle Alpi.
In un primo momento gli andò bene Aquiterme nel Monferrato, ma poi
scoprì che proprio in quel giorno Carlo III risultava essere a Siena, per cui
l'enigma gli rimase insoluto.
Insomma per insigni storici come Mabillon, Muratori e Balzani il
documento è rimasto un rompicapo senza soluzione, perché per loro Aquisgrana
non poteva essere che Aachen.
Con la teoria di Giovanni Carnevale tutte le elucubrazioni di
insigni storici si sciolgono come neve al sole.
La soluzione è Aquisgrana nella Francia Picena
Enzo Mancini 29
settembre 2024
Era appena passato il mio primo capodanno da pensionato quando, i primi giorni del 2016, ebbi modo di leggere un gossip molto datato.
Un giovane e brillante professore del fermano, Cesare Catà, in una conferenza aveva citato uno storico locale, Benedetto Leopardi di Monte San Pietrangeli, che nel 1939 aveva scritto una sorprendente curiosità. Aveva osservato che nove mesi prima della nascita di Federico II sulla pubblica piazza di Jesi, l'augusto consorte della " gran Costanza", Enrico VI, risultava essere in Germania e non a Spoleto con la moglie legittima. A Spoleto risultava invece presente Guglielmo Divini da Lisciano, cavalier servente della regale coppia, il più noto menestrello del periodo. Sarebbe stato più probabile quindi che il futuro "stupor mundi" fosse il figlio naturale del menestrello che dell'imperatore del Sacro Romano Impero.
Riportai questo gossip in un articolo, anzi due, pubblicati nel sito del Centro Studi san Claudio al Chienti nel marzo del 2016.
Parlavo anche dell'importanza del "Re dei versi", principale componente della Scuola poi detta "siciliana", nella nascita della lingua italiana. Anche perché il personaggio, diventato "frate Pacifico", contribuì sicuramente alla stesura del "Cantico delle creature" di san Francesco, considerato il primo componimento completo in volgare italiano.
Intendevo sostenere la tesi che la lingua Italiana è nata a cavallo dei monti Sibillini e non sulle rive dell'Arno, tesi che si appoggia anche sulla "Francia Picena" di Giovanni Carnevale.
Pochi giorni orsono alla voce "fra Pacifico" su Wikipedia trovo, datati agosto 2023, tutti quei concetti che avevo pubblicato in era pre - Covid, nel marzo 2016.
Wikipedia fra le varie fonti cita Cesare Catà, cita Benedetto Leopardi, ma non cita né Enzo Mancini né il Centro Studi san Claudio al Chienti.
Il motivo che per me è evidente è che ciò comporterebbe citare anche la teoria di Giovanni Carnevale, soggetta a spietato ostracismo nei media, chiaramente scomoda in ambiente accademico.
Voglio concludere che Wikipedia è scorretta; da oggi la chiamerò WIKIKOPIA.
Enzo Mancini 28 settembre 2024
Circa nove mesi prima di morire a Umberto Eco fu conferita una, delle tante, laurea honoris causa, da parte del rettore dell'Università di Torino, prof. Gianmaria Ajani. Valutando i pro e i contro di Internet Umberto Eco disse testualmente:
"...D'altro canto fa sì che dà diritto di parola a legioni
di imbecilli i quali prima parlavano solo al bar dopo due o tre bicchieri di
rosso e quindi non danneggiavano la società... e adesso hanno lo stesso diritto
di parola di un premio Nobel... intanto come posso esser sicuro che un
messaggio è davvero di papa Francesco... quando uno può fingere di essere Rita
Hayworth e invece è un maresciallo dei carabinieri."
Oggi leggo su un giornale locale on line: "Scacco
matto a Carlo Magno... etc etc.”
Scacco matto vuol dire partita chiusa, fine definitiva. No
signori miei, la partita è aperta più che mai. Perché la verità ha in sé, per
legge fisica, la forza di venire a galla in un liquame di bugie, nel quale
qualcuno sembra sentirsi nel proprio elemento naturale. La verità che Giovanni
Carnevale ha fatto intravedere verrà a galla prima o poi, è solo questione di
tempo. La chiusura di un Centro Studi a San Claudio può solo allungare un poco
questo tempo. E sarà probabilmente più merito dei Tedeschi, quando si
libereranno definitivamente delle scorie nazionalsocialiste che ancora
annebbiano la loro cultura.
Perché gli Italiani stanno evidenziando nel momento attuale di
possedere una cultura succube sia in Europa sia verso gli Stati Uniti.
Comunque a questa diatriba su Aquisgrana a san Claudio sono
disposto a partecipare con chi accetta un corretto confronto, ma non con chi
insulta o dice falsità.
Se qualcuno poi mi dimostra che ho sbagliato tutto e che sto
seguendo un falso percorso dando ragione al professor Giovanni Carnevale, mi fa
un grosso favore.
Ma se mi dice:" Ti sbagli perché lo dico io".
Allora resto della mia opinione.
Macerata 15 settembre
2024
Eclisse del 787 visibile a Parigi, ma NON VISIBILE al nord delle Alpi!
Janet L. Nelson, docente emerita di storia medievale al King's College di Londra, nel suo Carlo Magno, edito in italiano dalla Mondadori nel 2022, alla p. 258, scrive dell'eclisse del 16 settembre 787 dicendo: " gli annali di Lorsch iniziano l'insolitamente breve resoconto del 787 con l'eclisse solare... Fu visibile a nord di una linea che va da Parigi a Monaco." Ho contattato il prof.Mancini Enzo per studiare questo evento il quale, dopo aver consultato il manuale del noto Oppolzher, mi ha riferito che l'eclisse solare della mattina del 16/09/787 NON é avvenuta al nord delle Alpi. Il sole, quel giorno, si é oscurato completamente in Campania e poi in Puglia. Nelle Marche l'eclisse é avvenuta al 90%. Quindi, nelle Marche, l'eclisse é stata quasi totale.
Albino Gobbi
Torniamo sull'eclisse solare della mattina del 16 settembre 787. Secondo gli annali di Lorsch si é verificata a nord di una linea che va da Parigi a Monaco. Secondo gli astronomi si é verificata in Campania. Il prof.Florian Hartman, dell' Università di Aachen, e il prof.Alberto Meriggi, dell' Università di Urbino se la sentono di scrivere che quell'eclisse, secondo gli astronomi, si é verificata sulla Senna e non sul Volturno?
Theodor:
Praga 1841/ Vienna 1886
professore di Geodesia dal 1876
Presidente dell'associazione geodetica internazionale.
Ha studiato tutta la determinazione delle orbite delle comete e dei pianeti dal 1207 a.C. al 2163 d.C.
Grazie a lui negli ultimi 150 anni sono state previste tutte le eclissi senza alcun errore.
*****
Una serie di annali scritti a Fulda riporta per l'810: Carlo Magno giunse in Sassonia. Ci fu un'eclisse di sole il 30 novembre. Secondo i calcoli fatti dal prof. Enzo Mancini in questo caso effettivamente l'eclisse é avvenuta in Sassonia a differenza di quella del 16 settembre del 787 che non é avvenuta tra Parigi e Monaco ma in Campania.
Albino Gobbi
DATUM IV
KALENDAS MARTII, ANNO,CHRISTO PROPITIO, IMPERII DOMNI KAROLI PRAEPOTENTIS
AUGUSTI UNCTIONIS SUAE PRIMO, INDICTIONE XIV. ACTUM AQUIS PALATIO.
Da una enciclopedia on line molto seguita sulle maestranze specializzate provenienti dal vicino Oriente leggiamo:
"L'Esarcato di Ravenna, solida testa di ponte bizantina in Italia fino al 751, divenne dunque la valvola di sfogo degli artisti dissidenti, soprattutto monaci, duramente perseguitati dal generale bizantino Michele Lacanodracone in patria negli anni 760, che fuggivano da Bisanzio e dall'Iconoclastia. Queste specializzate (ed apprezzate) maestranze vennero subito fagocitate dalla committenza romana, ormai unica latrice dell'eredità culturale bizantina sulla terraferma italiana e, tramite essa, dai Franchi di Pipino il Breve, nuovo braccio armato secolare del Papa (v.si Promissio Carisiaca). Carlo Magno, figlio e successore di Pipino, seppe servirsi di tali maestranze per creare le opere della sua Schola palatina."
Chiediamo a questi storici di affermare che esperti in costruzione di edifici arrivati dal vicino Oriente nel Piceno hanno realizzato la chiesa di San Claudio al Chienti, seguendo tecniche strutturalmente identiche a quelle utilizzate per costruire il frigidarium di Kirbet al Mafjar, presso Gerico.
Sarebbe una ammissione deontologicamente corretta e apprezzabile
San Carlo Magno Sacro Romano Imperatore Festa: 28 gennaio | ||||
2 aprile 742 - Aquisgrana, Germania, 28 gennaio 814 Appartenente alla dinastia dei Carolingi, era figlio di Pipino il Breve e di Bertrada di Laon. Tradizionalemnte si ritiene sia nato il 2 aprile 742. Alla nascita viene chiamato semplicemente Carolus, cioè Carlo. Solo in seguito, per le sue imprese, si guadagnerà il soprannome di “Magno”, in latino “il Grande”.Alla morte di suo padre, gli succedette al trono come Re dei Franchi il 24 settembre 768. Carlo di fatto comincia a regnare insieme a suo fratello, Carlomanno. Tre anni dopo, quando anche Carlomanno muore, Carlo diventa l’unico Re dei Franchi. Inoltre dal 10 luglio 774 divenne anche Re dei Longobardi. La notte di Natale dell'800 fu incoronato primo Sacro Romano Imperatore nella basilica di San Pietro in Roma dal Papa Leone III. Nella medesima basilica campeggia oggi una sua splendida statua equestre. Un poeta rimasto anonimo saluta in lui ‘il padre dell’Europa’. Ebbe cinque mogli. Il 28 gennaio 814 morì ad Aquisgrana, in Germania, e nelal cattedrale di tale città venne sepolto. L'8 gennaio 1166 Carlo Magno venne canonizzato dall'antipapa Pasquale III, culto poi ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa, seppur a livello locale. La sua liturgia propria è ancora celebrata dalla diocesi di Aquisgrana nel cui calendario diocesano ricorre al 28 gennaio. Oggi che i popoli del nostro continente sono avviati all’integrazione in un’Europa sovranazionale, la figura di Carlo Magno risulta di sorprendente attualità. Patronato: Scuole francesi Emblema: Corona, Scettro, Globo, Spada, Modellino di Aquisgrana, Manto d'ermellino | ||||
La canonizzazione di Carlomagno nel 1165 da parte dell'antipapa Pasquale III non è che un momento dello straordinario destino postumo dell'imperatore d'Occidente. Qui si ricorderà brevemente ciò che, nella sua vita e nella sua opera, ha fornito occasione a un culto in alcune regioni cristiane.
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