martedì 19 dicembre 2023

Storici copia e incolla!?

 Storici copia e incolla!? 

Sono finalmente felici è rilassati! hanno vinto loro! Questo hanno fatto scrivere ai loro amici sui più accreditati e quotati giornali del quartiere, dopo che per trent'anni hanno fatto orecchie da mercante ai ripetuti inviti del professor Carnevale che li invitava a un confronto leale serio e costruttivo sulle analisi dei  documenti alto medioevali alla base della sua tesi. 

Per 30 anni questi famosi "Story makers" si sono rinchiusi nella loro torre di avorio, alcuni avanzando scuse senza fondamento, pur di non affrontare un dialogo con il professore,  altri invece, più intelligenti, preparati e con la loro congenita delicatezza, si limitavano semplicemente ad insultare sia il professore che tutti quelli che seguivano la sua tesi. 

Dal convegno di Montecosaro risulta esternamente chiaro come nessuno di relatori del convegno abbia mai letto un rigo di quanto ha scritto il prof. Giovanni Carnevale e quindi non ha mai analizzato i documenti che il Prof Giovanni Carnevale ha presentato a sostegno della sua tesi. 

Il convegno di Montecosaro ha evidenziato tra l'altro come il ponderoso volume/studio pubblicato dalla eminente studiosa tedesca Ingrid Sahaler presenta vistose e inaccettabili lacune. In particolare nella datazione della chiesa di San Claudio, che è definita dalla studiosa al 1030, senza il più minimo sostegno di dati scientifici a fondamento della ricerca. È evidente lo scopo di far divenire la data del 1030 una pietra miliare per numerosi storici copia/incolla italiani e quindi depistare l'analisi dei documenti che costituiscono il fondamento della tesi del Prof Giovanni Carnevale. 

Persino le ricerche sui Franchi e quelle sui "MINISTERIA" nel Piceno, pubblicate da eminenti studiosi del maceratese, rispettivamente dal prof  Fabio Allevi e dal prof. Delio Pacini, sono stati volutamente ignorati dai Congressisti per il solo motivo che possono essere di sostegno alla tesi del professor Carnevale. 

Nessun accenno alle influenze architettoniche, derivanti dall'edificio omaiade, il frigidarium di Kirbet al Mafjar presso Gerico, sulle quattro chiese a pianta quadrata delle Marche tra cui San Claudio al Chienti. 

Nessun accenno e stato riservato alla legge carolingia il " Capitulare de Villis", che descrive in dettaglio come sono organizzate le proprietà di Carlo Magno e della sua famiglia e potrebbe essere un valido aiuto per ubicare Aquisgrana. 

Tutti continuano ancora a ignorare i documenti del "processo a Rabenno" del 778, che sono stati emessi "in Palatio", cioè in Aquisgrana, dalla Cancelleria del Fermano. 

Ritengo sia inutile parlare con questi storici, preoccupati solo di tramandare le storie lette nei loro libri di scuola e si guardano bene di dedicare il loro tempo per leggere e studiare le fonti, ammesso che ne abbiano interesse.