Avendo sottomano il "Chronicon farfense" di Gregorio di Catino, nell'edizione a cura di Ugo Balzani, mi ha incuriosito quello che Balzani scrive a pag. 20, nota 3: “Mi pare opportuno riprodurre qui la lettera che Alcuino diresse all'abate Mauroaldo, ( natione francus, abate di Farfa dal 790 all'802 circa), chiedendogli di essere ascritto alla fratellanza farfense: Ideo me vestrae familiaritati adiungere desideravi...vestram suppliciter obsecro unanimitatem, ut me, licet indignum, vestris animis atque manibus acciper dignemini. non quasi ignotum sed quasi fratrem."
Non è chiaro cosa abbia capito Ugo Balzani con quella "fratellanza farfense". Sembra che Alcuino chieda una amicizia a distanza come si fa oggi sui "social". Sembra evidente che per Balzani, che scrive nel 1903, questa richiesta, fatta da Aachen al monastero di Farfa, risulta inverosimile.
Ma il testo di Alcuino è chiaro
e limpido: con il termine manibus il dotto monaco
chiede esplicitamente di essere accolto fisicamente nel monastero di Farfa.
Nelle lunghe giornate di clausura, durante la pandemia di Covid, ho avuto tempo di leggere le lettere di Alcuino, almeno quelle riportate in stampa da Frobenius Forster, principe abate di sant'Emmerammo, presso Ratisbona. L'abate Frobenius (1709 - 1791 ) nell'introduzione al suo libro afferma di aver cercato di fare una collezione ancora più completa di quella che prima di lui aveva pubblicato Andrea Duchesne, detto il Quercetano, ( 1584 - 1640 ), considerato il padre degli storici francesi. Ma neanche Frobenius trascrisse tutto di Alcuino, perché poi sono comparse altre lettere di Alcuino, soprattutto dall'Inghilterra.
Nelle lunghe giornate di clausura, durante la pandemia di Covid, ho avuto tempo di leggere le lettere di Alcuino, almeno quelle riportate in stampa da Frobenius Forster, principe abate di sant'Emmerammo, presso Ratisbona. L'abate Frobenius (1709 - 1791 ) nell'introduzione al suo libro afferma di aver cercato di fare una collezione ancora più completa di quella che prima di lui aveva pubblicato Andrea Duchesne, detto il Quercetano, ( 1584 - 1640 ), considerato il padre degli storici francesi. Ma neanche Frobenius trascrisse tutto di Alcuino, perché poi sono comparse altre lettere di Alcuino, soprattutto dall'Inghilterra.
Per farla breve, questa lettera citata
da Ugo Balzani la leggo solo ora.
L'abate Frobenius scrisse anche una "Vita di Alcuino", basata sugli scritti del grande erudito e dalle testimonianze di alcuni suoi discepoli. In questa biografia si dice che Alcuino, ormai avanti con gli anni, stanco della vita di corte, voleva ritirarsi in monastero, ma Carlo Magno non voleva privarsene come consigliere. Anzi il Frobenius scrive che voleva andare a Fulda e solo dopo aver insistito nella richiesta gli fu concesso di ritirarsi a Tours, continuando ad essere consultato e visitato personalmente da Carlo Magno.
Già tre anni fa, in un articolo pubblicato in questo Centro Studi, datato 6 gennaio 2021, sottolineai l'incongruenza: da Aachen Fulda è molto più vicina di Tours.
Come, prima non lo lascia andare e poi gli permette di andare più lontano di dove aveva richiesto?
Mi sembra di aver già scritto che il monastero dove si ritirò Alcuino era dedicato a san Martino di Tours. Questo non significa che il monastero stava a Tours, come intende l'abate Frobenius e tanti altri.
Ma se Aquisgrana stava in val di Chienti e Alcuino chiese di ritirarsi a Farfa, Carlo Magno gli concesse di andare a Monte San Martino, dove poteva andare e tornare in giornata al suo palazzo, tutto diventa molto chiaro.
Cosa mi viene da pensare? Che anche prima degli MGH gli storici d'oltralpe hanno cominciato a creare "fakes" per far tornare i loro conti.
Io una lettera di Alcuino all'abate di Fulda non l'ho vista nella collezione di Frobenius Forster, che ricalca quella del Quercetano. E come mai la lettera all'abate di Farfa Frobenius non me l'ha fatta leggere? Sono io che non l'ho trovata o è stato lui a metterla in disparte?
Che gli storici d'oltralpe abbiano preso FULDA per FARFA come si prendono fischi per fiaschi? Tanto cominciano tutte e due con la effe.
Poi ho pensato che in una pergamena cambiare Farfa con Fulda è un gioco da ragazzi. Entrambe le parole sono di cinque lettere. Una grattatina qua, un trattino aggiunto là e il gioco è fatto.
Forse il Quercetano e l'abate Frobenius erano in buona fede e la "Damnatio memoriae" era cominciata prima di loro.
A questo punto, se si degna, chiederei il parere di Alessandro Barbero Magno, quello che "diligit veritatem", solo lui può sciogliere il dubbio.
L'abate Frobenius scrisse anche una "Vita di Alcuino", basata sugli scritti del grande erudito e dalle testimonianze di alcuni suoi discepoli. In questa biografia si dice che Alcuino, ormai avanti con gli anni, stanco della vita di corte, voleva ritirarsi in monastero, ma Carlo Magno non voleva privarsene come consigliere. Anzi il Frobenius scrive che voleva andare a Fulda e solo dopo aver insistito nella richiesta gli fu concesso di ritirarsi a Tours, continuando ad essere consultato e visitato personalmente da Carlo Magno.
Già tre anni fa, in un articolo pubblicato in questo Centro Studi, datato 6 gennaio 2021, sottolineai l'incongruenza: da Aachen Fulda è molto più vicina di Tours.
Come, prima non lo lascia andare e poi gli permette di andare più lontano di dove aveva richiesto?
Mi sembra di aver già scritto che il monastero dove si ritirò Alcuino era dedicato a san Martino di Tours. Questo non significa che il monastero stava a Tours, come intende l'abate Frobenius e tanti altri.
Ma se Aquisgrana stava in val di Chienti e Alcuino chiese di ritirarsi a Farfa, Carlo Magno gli concesse di andare a Monte San Martino, dove poteva andare e tornare in giornata al suo palazzo, tutto diventa molto chiaro.
Cosa mi viene da pensare? Che anche prima degli MGH gli storici d'oltralpe hanno cominciato a creare "fakes" per far tornare i loro conti.
Io una lettera di Alcuino all'abate di Fulda non l'ho vista nella collezione di Frobenius Forster, che ricalca quella del Quercetano. E come mai la lettera all'abate di Farfa Frobenius non me l'ha fatta leggere? Sono io che non l'ho trovata o è stato lui a metterla in disparte?
Che gli storici d'oltralpe abbiano preso FULDA per FARFA come si prendono fischi per fiaschi? Tanto cominciano tutte e due con la effe.
Poi ho pensato che in una pergamena cambiare Farfa con Fulda è un gioco da ragazzi. Entrambe le parole sono di cinque lettere. Una grattatina qua, un trattino aggiunto là e il gioco è fatto.
Forse il Quercetano e l'abate Frobenius erano in buona fede e la "Damnatio memoriae" era cominciata prima di loro.
A questo punto, se si degna, chiederei il parere di Alessandro Barbero Magno, quello che "diligit veritatem", solo lui può sciogliere il dubbio.
Mi aiuto nella richiesta
con le parole del sommo poeta:
"Ma dilmi, e
dimmi s'i' vo bene al varco;
e tue parole fier le nostre scorte."
Mancini Enzo 12 ottobre 2024
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