mercoledì 30 agosto 2023

Dal libro "La barba Fiorita" del Prof. Enzo Mancini: Storia della Germania

 

Storia della Germania

Hagen Schulze (1943-2014) è stato uno storico tedesco 
esperto del medioevo e anche della storia recente, la cui carriera
si svolse principalmente nella libera Università di Berlino. lo
riporto semplicemente ciò che scrive nel suo libro "Storia della
Germania", tradotto da Ilaria Tani, pubblicato in Italia da Donzelli di Roma. Non so se Schulze sia stato al corrente della tesi
di don Carnevale, ma da come scrive sembra dargli ragione.

• Le radici della storia tedesca non affondano nelle
foreste germaniche ma in quella straordinaria città
stato italica che fu Roma, la quale arrivò ad estendere
il suo potere su tutto il bacino mediterraneo, a domina-
re l'Europa fino al Reno. al limes. al Danubio, la cui
cultura unitaria e al tempo stesso multiforme rappre-
sentò per gli antichi un mondo ben definito, un ecume-
ne. Nulla era più ambito che essere cittadino romano;
l'apostolo Paolo ne era tanto orgoglioso quanto il
principe dei Cherusci Arminio. nonostante tutte le dif-
ferenze con Roma...
(Arminio è il vincitore di Varo
nella battaglia della selva di Teutoburgo, nel 9 d. C.).

• Questo impero (carolingio) non poteva durare ...
un ordine inviato dall'imperatore da Aquisgrana a
Roma impiegava due mesi per giungere a destinazio-
ne...
(è i
l primo tedesco che sento ammettere che la
distanza era un problema).

• Il termine Germania venne introdotto soltanto nel
XV secolo e ci vollero più di cento anni perché
si af-
fermasse. I popoli che abitavano ad Est del Reno per
secoli ignorarono di essere Tedeschi ...

• A partire dal 919, quando la corona reale passò
a Enrico I,
(padre di Ottone I), per più di un secolo la

dinastia dei Sassoni ebbe un ruolo di primo piano, so-
stituendosi ai Franchi. Secondo il monaco Vitichindo
di Corvey... l'impero era "omnis Francia Saxoni-
que
", era costituita cioè dai territori dei Franchi e dei
Sassoni: di Germania non si parla affatto.

• Il termine "teutonicus" aveva dunque all'origine
una connotazione ostile; italiani, francesi, inglesi lo
utilizzavano quando volevano esprimere disapprova-
zione e scherno nei confronti degli abitanti della
Germania ...

• Non abbiamo dunque a che fare con una storia
del medioevo tedesco, con una storia dello splendore
imperiale tedesco, e neppure con l'inizio di una storia
dei tedeschi, poiché costoro non sapevano di essere
tedeschi.
Si tratto’ piuttosto di preistoria tedesca ...

• La Germania del XIX secolo è stata definita una
verspatete Nation, una nazione in ritardo. Questo può
dirsi propriamente dell'intera storia tedesca ...

• La maggior parte delle città tedesche ... sono sor-
le tra l'inizio del XII e i primi anni del XIV secolo ...

• Intorno al 1300 in tutto l'impero tedesco non esi-
steva nessuna università.

L'idea di una nazione tedesca ... fece un notevole passo  
 avanti quando l'umanista italiano Poggio
Bracciolini riportò alla luce il testo dimenticato della
"Germania" di Tacito ... Solo adesso, nel 1500, questo
termine
(Deutschland) compare al singolare, mentre

fino a quel momento ci si era accontentati
dell'espressione "Deutschen Landen
", paesi tedeschi.

• ... Così la Bibbia tradotta (dopo la pace religiosa
di Augusta del 1555), nel possente tedesco sassone di Meissen  divenne il libro di lettura nazionale, e lo stesso accadde con i trattati e le lettere di Lutero ..

Questa ultima frase di Hagen Schulze vuole dire che prima di Lutero non esisteva una lingua tedesca unitaria, ma una accozzaglia di dialetti: il tedesco come idioma nasce quindi per Schulze con Lutero nel XVI secolo, come secondo alcuni l’italiano nasce con la “Divina Commedia” di Dante Alighieri.

lunedì 7 agosto 2023

Da "La barba Fiorita" del Prof. Enzo Mancini: Frate Pacifico cioè Guglielmo Divini il "RE dei versi"

 

Frate Pacifico

Prima della conversione si chiamava Guglielmo Divini;
nacque a Lisciano, sotto colle San Marco e sopra Ascoli Pice-
no, probabilmente nel 1158. Parecchi lo confondono col San Pa-
cifico di San Severino che è venuto dopo, anche lui frate minore,
anche lui di cognome Divini. Ora mi interessa il beato Pacifico
da Lisciano, quello che nel 1212 incontrò San Francesco a San
Severino Marche e si fece frate da un giorno all'altro, come atte-
sta Tommaso da Celano nella "vita seconda", cap. LXXII.

Quando Guglielmo Divini aveva 29 anni recitò una sua com-
posizione di 100 versi ad Enrico VI in visita ad Ascoli, fresco spo-
so di Costanza D'Altavilla. Il poeta piacque alla coppia regale,
tanto che se lo portarono dietro, in Sicilia, da cavalier servente.

La gran Costanza, erede del regno di Sicilia, il 26 dicembre
del 1194 dette alla luce Federico II sulla pubblica piazza di Jesi.

Ha osservato Benedetto Leopardi, di Monte San Pietrange-
li, che nove mesi prima Enrico VI non era in Italia con la mo-
glie, ma in Germania. Costanza stava a Spoleto con le sue dame
e il suo cavalier servente: Guglielmo Divini.

 L'ipotesi dell'amor galeotto è clamorosa ma non inverosimile. 

Costanza aveva 11 anni di più dell'imperatore, il loro matrimonio

combinato era stato un capolavoro politico ma non af-
fettivo. Il figlio del Barbarossa era un uomo crudele. Costrinse
la moglie ad assistere all'esecuzione con tortura del barone di
Castro Giovanni, cui fece inchiodare sul cranio una corona di
ferro rovente. Poi morì a Messina nel 1197, a soli 32 anni, in
circostanze poco chiare. Il 27 novembre del 1198 morì anche la
gran Costanza, lasciando il piccolo Federico sotto la tutela di
Innocenzo II!.

Nel 1208, quando Guglielmo Divini ha 50 anni, Federico Il
adolescente lo incorona "Re dei versi". Il dubbio è: sapevano di
essere padre e figlio, se veramente lo erano? Poi nacque la
scuola poetica che Dante chiamò "Siciliana", Ma questi sicilia-
ni da chi furono istruiti se non dal nostro Guglielmo Divini?
Che poi diventò frà Pacifico a 54 anni. Certamente si sarà con-
vertito, ma quanto sarebbe valsa la sua pelle se a corte gli fosse
sfuggito il suo grande segreto?

Quindi frà Pacifico seguì San Francesco; era presente
quando al santo fu donato il monte della Verna; era con lui ne-
"li anni 1223 - 1226.

Questo giustifica l'ipotesi che il "Cantico delle Creature"

sia stato composto a quattro mani.

Il "poverello" era malato, cieco, ignaro di metrica: lui ci mise l'ispirazione, frà
Pacifico ci mise le parole giuste, in volgare Italiano.

E' curioso che Salvatore Attal cerchi di screditare questa collaborazione
scrivendo che frate Pacifico era morto nel 1220, quando invece morì nel 1234, all'età di 76 anni.