mercoledì 24 ottobre 2018

Da"L'imperiale abbazia di Farfa" di I. Schuster, pag.66

Da "L'imperiale abbazia di Farfa" di I. Schuster, pag.66

Il Cardinale Schuster, già Abbate di Farfa, riporta nel suo libro i seguenti interessanti avvenimenti tratti dai documenti dell’Abbazia:
l'abbate di Farfa Ingoardo  tra il 2 ed il 4 giugno 818 arriva ad Aquisgrana. Richiede a Ludovico il Pio un terreno, non lontano da Rieti, che dividendo i possedimenti dell'abbazia di Farfa crea un danno ed un incomodo. L'imperatore Ludovico il Pio, prima di concedere le terre richieste, invia sul luogo "un messo per istituire l'inchiesta" .
Il diploma con il quale l'Imperatore dona le terre richieste è datato 5 giugno 818.

Secondo voi è possibile che il tecnico che ha effettuato il sopralluogo presso Rieti sia partito da Aachen si sia recato a Rieti e sia ritornato ad Aachen in massimo 3 giorni?
Ubicando Aquisgrana in Val di Chienti tutto ciò risulterebbe possibile.




venerdì 12 ottobre 2018

il Presidente ed il Dott. Piero Giustozzi ricevuti da Dott. Stefano Finocchi

                     Nel corso del colloquio consegnano al Dott. Stefano finocchi la seguente lettera aperta, che sintetizza il motivo della visita.
                                                    
                                                  Alla Soprintendenza archeologica, belle arti                  

                                                                                  e paesaggio delle Marche
                                                                                  Ancona



          Il Centro studi, unitamente al parroco di San Claudio, in considerazione del crescente numero di visitatori, ha attrezzato la chiesa superiore a auditorium con quadri espositivi illustranti le caratteristiche e le origini dell’edificio sacro, unico nel suo genere architettonico. Nel periodo estivo  la chiesa è stata visitata da circa cinquantamila turisti, italiani e stranieri, attratti dalla sua straordinaria bellezza e interessati a conoscere le tesi del prof. Giovanni Carnevale, che stravolgendo la storiografia ufficiale dell’Alto medioevo, ha collocato la Cappella palatina di Aquisgrana a San Claudio. Tesi prese in seria considerazione da alcuni storiografi, che hanno peraltro accertato l’inesistenza dell’antica Aquisgrana ad Aachen.
I soci volontari del Centro studi, associazione senza scopi di lucro e priva di qualsiasi sostentamento esterno, hanno illustrato le caratteristiche e la storia della chiesa, dato in omaggio ai visitatori  dépliant  illustrativi e altro  materiale cartaceo sulle fonti documentarie e architettoniche, stampato a proprie spese. Hanno provveduto a ripulire la storica campana (502 kg. forgiata nel 1297, rifusa negli anni 1742 e 1928), che non può essere ricollocata nella sua posizione originaria per motivi di sicurezza, poiché presenta una crepa in conseguenza del terremoto.

        Assai nota ma per nulla valorizzata è anche la vasta area archeologica insistente attorno alla chiesa, attualmente ben definita nelle sue dimensioni. L’università di Macerata, quella di Camerino soprattutto e il Comando carabinieri TPC di Ancona hanno da diversi anni effettuato rilievi e ricognizioni mediante i più sofisticati e moderni strumenti. Nel convegno del 1 luglio 2017 tenutosi nell’università di Camerino e nella conferenza del 15 settembre 2018 nella chiesa superiore di San Claudio, i ricercatori geologi e archeologi hanno evidenziato che il terreno esaminato presenta a varie profondità interessanti e numerose  anomalie, ossia  reperti archeologici. E’ indispensabile facilitare a loro l’autorizzazione, ancora non concessa, ad effettuare i relativi saggi di scavo per identificare esattamente quello che il terreno nasconde.

        Il Centro studi si propone di abbattere il muro di indifferenza eretto  fino ad ora dalle istituzioni di qualsiasi livello. In modo particolare chiede di riscoprire i 680 mq. portati in luce negli anni 1980-82, inopinatamente ricoperti con un telo protettivo. Giova ricordare che oltre ai resti dell’antica Pausulae furono rinvenuti i ruderi di una delle più antiche basiliche paleocristiane, che molto potrebbe dirci sulla penetrazione del cristianesimo nella nostra regione.
Istituire a San Claudio un parco archeologico. Riunire in un’unica sede in numerosi reperti che sono in gran parte custoditi non classificati nei magazzini del museo regionale di Ancona, alcuni nella villa Tusculano di Appignano di proprietà della famiglia Armaroli Tambroni, altri davanti alla chiesa di San Claudio, mentre alcune epigrafi si trovano a Corridonia murate in un porticato di fronte al palazzo comunale.

E’ del tutto evidente che lo sviluppo e il movimento turistico ha notevoli risvolti economici soprattutto in un periodo di stagnazione e precarietà.
Aachen può contare all’incirca su due milioni di turisti che vanno a vedere la Cappella palatina fatta edificare da Carlo Magno… qualche secolo dopo la sua morte.



                                                                       Centro studi San Claudio al Chienti.