venerdì 17 dicembre 2021

Dove si trova Aquis Granni ( AQUISGRANA ) lo sappiamo da Dione Cassio.

 Dione Cassio. Histor. Rom. , Lib. LXXVII, cap.15

Dione Cassio. Histor. Rom. , Lib. LXXVII, cap.15

 

Visita dell’Imperatore romano Caracalla al santuario della divinità celtica delle acque Granno.

 

Nessuna divinità diede (a Caracalla) un qualche segno di guarigione del suo corpo o della sua psiche, sebbene egli onorasse tutte le divinità guaritrici importanti. Perciò apparve chiaro che egli non si preoccupò né di offerte votive né di sacrifici, ma solo delle sue decisioni o del suo agire. Non lo aiutarono né Apollo-Granno né Asclepio né Sarapide, sebbene egli li pregasse con insistenza e continuità. Egli si recò personalmente da loro offrendo preghiere, sacrifici e offerte votive e molti suoi inviati viaggiavano ogni giorno con queste cose. Vi andò anche personalmente per ottenere qualcosa con la sua presenza e fece tutto quello che i devoti sono soliti fare, ma non ottenne nulla di ciò che sarebbe stato necessario per la sua salute.   

martedì 14 dicembre 2021

Scoperti i resti di una fornace sulla banchina dell'antico porto canale a San Claudio-Trodica.

 Tempo fa durante i lavori di realizzazione di una fognatura sono venuti alla luce, oltre ad oggetti di terracotta, una fornace.

Il ritrovamento è interessante perchè si trova nell'area del porto-canale e quindi in un punto strategico per il trasporto dei manufatti prodotti nella fornace.

Chiaramente dalla Soprintendenza non trapela nulla ! 

Aspettiamo che qualcuno trovi il tempo di fare una relazione sui ritrovamenti e non la nasconda in un cassetto!




venerdì 10 dicembre 2021

NOVITA' su: Area archeologica di Urbisaglia: Perchè non dicono cosa hanno trovato ed hanno occultato tutto immediatamente?


Ricevo e vi mostro 
con piacere la foto di una minima parte del grande mosaico coperto dei teli che compaiono sulle foto




Dalla descrizione dell'Urbs fatta dal diacono Liutprando nell'Antopodosis III, 45, quando si riferisce all'ingresso della stessa, ben difeso da una porta fortezza (la porta oggi chiamata “Gemina” dell'area archeologica di Urbisaglia) dalla quale si scorge “alta nel cielo” la chiesa di S. Michele Arcangelo, INDICA
 FORSE QUESTO EDIFICIO?






 

giovedì 9 dicembre 2021

A proposito della traslazione dei Re Magi

 La tradizione afferma che i corpi dei Re Magi sono stati traslati, su ordine del Barbarossa, dalla chiesa di Sant'Eustorgio di Milano a Colonia. 

Lungo il percorso effettuato per il trasferimento dei Re Magi, ancora oggi, a ricordo di questo eccezionale avvenimento, si usa ancora scrivere, con un gessetto, sull'architrave delle porte degli edifici la data in cui si festeggia la ricorrenza.

Alla festa dell'Epifania del 6 gennaio del prossimo anno ad esempio si scriverà:

                                                            20 * C + M + B * 22

dove i numeri indicano l'anno in corso e le lettere C M B indicano l'abbreviazione di Castore, Melchiorre, Baldassarre.

La cosa che crea molto sospetto è quella di trovare tracce di questa tradizione anche ad Aachen, come si può vedere dalla FOTO DELL'ARCHITRAVE DELLA CAPPELLA PALATINA.

Aachen non si trova assolutamente lungo il tracciato della traslazione dei magi!


Che le lettere C M B siano le iniziali di: Carolus Magnus Beatus, a ricordo della traslazione del corpo di Carlo Magno, voluta dal Barbarossa e realizzata nello stesso anno in cui viene effettuato il trasferimento dei Re Magi?

A voi la interpretazione.

NOTA

Nell'architrave c'è la data del 2010, anno in cui ho realizzato la foto.

Da Angilberto, dignitario della corte di Carlo Magno.

 

 Dal libro LA SCOPERTA DI AQUISGRANA IN VAL DI CHIENTI del Prof. Giovanni Carnevale:

Interessantissimi rilievi di natura topografica si possono cogliere nella descrizione

di una giornata di caccia, fatta da Angilberto.

Per la caccia al cinghiale tutta la vallata si mobilitava: quando il sole sorgendo

illuminava i monti (Sibillini),


figli di Carlo Magno si alzavano dal “regale talamo”

(v. 156), mentre una schiera di nobili, radunatasi da ogni parte, li aspettava fuori

dell’ingresso. Al v. 168 si fa finalmente apparire Carlo Magno, ma subito dopo lo

si fa sostare nella vicina cappella a pregare. Quando il re usciva dalla cappella -

sacra limina templi deseruit (v. 170) -, tutt’intorno era un latrare di cani e un affollarsi

di personaggi. Agli squilli delle trombe militari le porte della nuova Roma si

spalancavano e la gioventù si precipitava di corsa lungo la valle verso il mare

… altae Urbis panduntur classica portae,

cornua concrepitant, fragor ingens atria complet

paecipitique ruunt iuvenes ad litora cursu. (v. 181)

Usciva intanto dalle sue stanze la “bellissima” regina Liutgarda e saliva a

cavallo. Il poeta indugia a descriverne l’acconciatura del capo, le preziose vesti, i

gioielli, i nobili del seguito. I figli col loro ampio corteggio l’aspettano all’uscita:

Pipino, Rhotrud che apriva il corteo, Berta. Lasciavano i sacrata Palatia anche

Gisella, Rhodaid, Theodrada assisa su un cavallo bianco, regalmente ornata e circondata

da giovani ancelle emozionate.

Chiudeva il regale corteo Hildrud e subito dopo seguiva il Senato della nuova Roma. Il corteo si dirigeva verso i lidi del

mare e a un certo punto si univa al corteo anche tutto l’esercito.

… regique exercitus omnis

iam sociatus adest;... (v. 269)

In Val di Chienti, tra il lido del mare Adriatico e la zona archeologica di

Aquisgrana, c’è una vasta pianura che ancor oggi si chiama “Campo Maggio”. Era

qui, al Campus Maius, che stazionava l’esercito carolingio. Tutta la valle del basso

Chienti poteva così essere sbarrata da cani e cavalieri.

La caccia aveva inizio e ben presto un fulvo cinghiale, anelante e spossato per

il tanto correre a causa dell’inseguimento, veniva spinto sulla spiaggia del mare.

Qui Carlo, accorrendo a cavallo, lo finiva. La povera bestia morendo si voltolava

nella sabbia dorata in flava moriens sese volutat harena.

I figli di Carlo Magno assistevano alla scena dai colli sovrastanti il mare, regalis

haec proles speculatur ab alto (v. 299). (26)

Tutti poi prendevano parte alla caccia e la strage di cinghiali proseguiva fino a

sera, quando Carlo Magno divideva equamente il bottino e intraprendeva in senso

inverso il percorso fatto al mattino, inde reflectit iter, campum repetens priorem

(v. 314).

Il campum è di nuovo il “Campo Maggio”, questa volta ben evidenziato dal

fatto che al centro c’erano ricche tende piantate a terra (per ospitare i membri

della famiglia regale) e da una parte e dall’altra faceva bella mostra di sé lo splendido

accampamento dei condottieri franchi.

Aurea hic terris passim tentoria fixa /stant, pomposa ducum hinc inde et castra

nitescunt (v. 318). Qui si concludeva la festa mangiando, bevendo e prendendo poi

sonno a notte inoltrata.