Il “Volto Santo”
di Manoppello
di Albino Gobbi, del
Centro Studi San Claudio
Il più grande capolavoro di tutti i tempi, se fatto da mano d’uomo, si
trova a soli 100 km da Macerata, a Manoppello, vicino Pescara: si tratta
della “Veronica Romana” detta, in Abruzzo, “Volto Santo”. Stiamo parlando dell’immagine
di Cristo, impressa, senza i pigmenti tipici della pittura, su un piccolo
fazzoletto di bisso marino. Questo tessuto preziosissimo, conosciuto da
migliaia di anni, si ricava dalla Pinna Nobilis, gigantesca cozza
alta più di un metro che rimane attaccata alla terra sotto il fondale marino
grazie a una peluria da essa prodotta, che appunto viene utilizzata per
ottenere un filo sottilissimo.
La descrizione
L’immagine è come una diapositiva che ha un davanti e un rovescio. Il
rovescio è l’immagine vista in uno specchio. Ponendo il velo contro la luce
l’immagine sparisce, rimane solo stoffa bianca ma nella parte in alto fuori
dalla figura si nota un diverso tipo di tessuto. Si può addirittura leggere un
libro attraverso l’immagine. La stoffa è molto antica, con una superficie
ruvida, ma da un momento all’altro la stessa stoffa appare con una tessitura
finissima, trasparente, splendente. Il volto umano che si vede può essere con
un colorito intensissimo e delineato con molta precisione nel disegno dei
capelli (ci si trova davanti una immagine che appare compatta in una tonalità
scura di un ocra a tratti verdeggiante come nelle icone russe) o si può vedere
un tessuto trasparente tanto è sottile. Gli occhi sono di un bianco intenso,
con uno sguardo gentile, c’è come un sorriso nell’espressione. Questo Volto
diventa ancora più vivo sotto i raggi ultravioletti o
quando la luce passa dietro e assume un aspetto fluorescente, si vedono delle
macchie che sembrano graffi sulla pelle, sulla fronte, sulle guance. Anche il
bianco degli occhi, normalmente chiarissimo, e le palpebre, sotto una tale
illuminazione, mostrano delle macchie strane. Guardando i capelli si nota che
l’intensità del colore è la stessa vista da entrambe le parti. Il volto sul
Velo è perfettamente sovrapponibile al volto sulla Sindone: il Velo di
Manoppello e la Sindone sono i modelli per le raffigurazioni di Cristo.
La storia
Raccontare come il Volto Santo sia giunto a Manoppello è come raccontare la
trama di un romanzo giallo. Iniziamo dal 705 quando compare a Roma con il nome
di Veronica e nello stesso anno scompare da Costantinopoli l’immagine di
Camulia (si tratta della stessa “cosa” che nei diversi posti e in tempi diversi
cambia nome). Fino al 1204 quando l’impero Romano d’oriente, volgarmente detto
Bizantino, era ancora potente, il Papa è restio a mostrare questa immagine ma
successivamente incomincia a essere venerata ufficialmente. Nel 1300 viene
indetto il primo Giubileo per venerare il Velo della Veronica e ne parla Dante
nella Vita Nova: “… per vedere quella immagine benedetta la quale Jesu
Cristo lasciò a noi….”. E nel XXXI canto del Paradiso: “… viene
veder la Veronica nostra…”. Tutti i Giubilei successivi fino al 1600
portano i pellegrini a Roma e per ottenere l’indulgenza, il termine e il
coronamento del pellegrinaggio erano la visione del volto di Cristo impresso
sul velo della Veronica. Il Petrarca parlando del Giubileo del 1350 dice “Movesi
il vecchierel canuto e bianco…/e viene a Roma, seguendo ‘l desio,/ per mirar la
sembianza di colui /che ancor lassù nel ciel vedere spera…”.
La riproduzione degli artisti
Questa immagine è imitata dagli artisti dal XIII agli inizi del XVII
secolo, poi scompare dalle opere successive. Cosa era successo? Nel 1527 i
mercenari dell’imperatore Carlo V, non pagati, saccheggiano Roma rubando anche
le reliquie presenti. Per più di un secolo la Chiesa cerca di nascondere il
furto e, pur mettendo una gigantesca statua della Veronica in un pilastro che
sostiene la cupola di San Pietro, il ricordo del Velo cade nell’oblio. Nel 1638
il Volto Santo compare, misteriosamente, a Manoppello, allora proprietà di
quella famiglia Colonna, un cui esponente proprio nel 1527 aveva guidato i
soldati imperiali a Roma. Nel 1718 Papa Clemente XI concede l’indulgenza
plenaria a tutti i pellegrini che si recano a visitare il Santuario dove è
conservata l’immagine di Cristo. Quasi dimenticato a partire dal periodo
napoleonico, negli ultimi anni nuovi studi hanno identificato la perfetta
sovrapponibilità del Velo con la Sindone e la sua identificazione con la
Veronica Romana. Per saperne di più su questo intrigante argomento il consiglio
è di leggere almeno uno dei seguenti libri:
Badde Paul, La seconda Sindone
Gaeta S., L’enigma del volto di Gesù
Chi vuole invece approfondire deve leggere:
Pfeiffer Heinrich Il Volto Santo di Manoppello
AA.VV. Il Volto ritrovato - I tratti inconfondibili di
Cristo.
19 novembre 2016
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