sabato 19 novembre 2016

Il "Volto Santo" di Manoppello a cura di Albino Gobbi dalla "La Rucola"

Da "La Rucola" notizie da Macerata


Il “Volto Santo” di Manoppello
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di Albino Gobbi, del Centro Studi San Claudio

Il più grande capolavoro di tutti i tempi, se fatto da mano d’uomo, si trova a soli 100 km da Macerata, a Manoppello, vicino Pescara: si tratta della “Veronica Romana” detta, in Abruzzo, “Volto Santo”. Stiamo parlando dell’immagine di Cristo, impressa, senza i pigmenti tipici della pittura, su un piccolo fazzoletto di bisso marino. Questo tessuto preziosissimo, conosciuto da migliaia di anni, si ricava dalla Pinna Nobilis, gigantesca cozza alta più di un metro che rimane attaccata alla terra sotto il fondale marino grazie a una peluria da essa prodotta, che appunto viene utilizzata per ottenere un filo sottilissimo.

La descrizione
L’immagine è come una diapositiva che ha un davanti e un rovescio. Il rovescio è l’immagine vista in uno specchio. Ponendo il velo contro la luce l’immagine sparisce, rimane solo stoffa bianca ma nella parte in alto fuori dalla figura si nota un diverso tipo di tessuto. Si può addirittura leggere un libro attraverso l’immagine. La stoffa è molto antica, con una superficie ruvida, ma da un momento all’altro la stessa stoffa appare con una tessitura finissima, trasparente, splendente. Il volto umano che si vede può essere con un colorito intensissimo e delineato con molta precisione nel disegno dei capelli (ci si trova davanti una immagine che appare compatta in una tonalità scura di un ocra a tratti verdeggiante come nelle icone russe) o si può vedere un tessuto trasparente tanto è sottile. Gli occhi sono di un bianco intenso, con uno sguardo gentile, c’è come un sorriso nell’espressione. Questo Volto diventa ancora  più  vivo  sotto  i raggi ultravioletti o quando la luce passa dietro e assume un aspetto fluorescente, si vedono delle macchie che sembrano graffi sulla pelle, sulla fronte, sulle guance. Anche il bianco degli occhi, normalmente chiarissimo, e le palpebre, sotto una tale illuminazione, mostrano delle macchie strane. Guardando i capelli si nota che l’intensità del colore è la stessa vista da entrambe le parti. Il volto sul Velo è perfettamente sovrapponibile al volto sulla Sindone: il Velo di Manoppello e la Sindone sono i modelli per le raffigurazioni di Cristo.

La storia
Raccontare come il Volto Santo sia giunto a Manoppello è come raccontare la trama di un romanzo giallo. Iniziamo dal 705 quando compare a Roma con il nome di Veronica e nello stesso anno scompare da Costantinopoli l’immagine di Camulia (si tratta della stessa “cosa” che nei diversi posti e in tempi diversi cambia nome). Fino al 1204 quando l’impero Romano d’oriente, volgarmente detto Bizantino, era ancora potente, il Papa è restio a mostrare questa immagine ma successivamente incomincia a essere venerata ufficialmente. Nel 1300 viene indetto il primo Giubileo per venerare il Velo della Veronica e ne parla Dante nella Vita Nova: “… per vedere quella immagine benedetta la quale Jesu Cristo lasciò a noi….”. E nel XXXI canto del Paradiso: “… viene veder la Veronica nostra…”. Tutti i Giubilei successivi fino al 1600 portano i pellegrini a Roma e per ottenere l’indulgenza, il termine e il coronamento del pellegrinaggio erano la visione del volto di Cristo impresso sul velo della Veronica. Il Petrarca parlando del Giubileo del 1350 dice “Movesi il vecchierel canuto e bianco…/e viene a Roma, seguendo ‘l desio,/ per mirar la sembianza di colui /che ancor lassù nel ciel vedere spera…”.

La riproduzione degli artisti
Questa immagine è imitata dagli artisti dal XIII agli inizi del XVII secolo, poi scompare dalle opere successive. Cosa era successo? Nel 1527 i mercenari dell’imperatore Carlo V, non pagati, saccheggiano Roma rubando anche le reliquie presenti. Per più di un secolo la Chiesa cerca di nascondere il furto e, pur mettendo una gigantesca statua della Veronica in un pilastro che sostiene la cupola di San Pietro, il ricordo del Velo cade nell’oblio. Nel 1638 il Volto Santo compare, misteriosamente, a Manoppello, allora proprietà di quella famiglia Colonna, un cui esponente proprio nel 1527 aveva guidato i soldati imperiali a Roma. Nel 1718 Papa Clemente XI concede l’indulgenza plenaria a tutti i pellegrini che si recano a visitare il Santuario dove è conservata l’immagine di Cristo. Quasi dimenticato a partire dal periodo napoleonico, negli ultimi anni nuovi studi hanno identificato la perfetta sovrapponibilità del Velo con la Sindone e la sua identificazione con la Veronica Romana. Per saperne di più su questo intrigante argomento il consiglio è di leggere almeno uno dei seguenti libri:

Badde Paul, La seconda Sindone
Gaeta S., L’enigma del volto di Gesù
Chi vuole invece approfondire deve leggere:
Pfeiffer Heinrich   Il Volto Santo di Manoppello
AA.VV.  Il Volto ritrovato -  I tratti inconfondibili di Cristo.
19 novembre 2016



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