Dal libro del Prof.
G I O V A
N N I CARNEVALE
La scoperta di
AQUISGRANA
in VAL DI
CHIENTI
DRAGHI
PERSIANI E PALMETTE SASSANIDI A CINGOLI (Mc) NEL
PORTALE
DI S. ESUPERANZIO
La primitiva arte islamica, dopo la rapida conquista
delle terre orientali dell’Impero bizantino e di quelle dell’Impero sassanide,
attinse largamente all’arte delle nuove province annesse all’Islam.
Presso gli artisti omayyadi, a seconda della loro
provenienza, a volte troviamo prevalenti i motivi sassanidi, a volte quelli
della tarda romanità. In genere essi preferiscono
motivi geometrici o
naturalistici: complessi meandri e intrecci di figure geometriche, palmette
sassanidi, girali di grappoli e foglie di vite, uccelli, animali.
Solo di rado si ricorse a
figure umane.
L’arte omayyade – come del resto tutta la successiva arte
islamica – fu essenzialmente decorativa e forse anche per questo fece largo uso
dello stucco.
Il portale di S. Esuperanzio a Cingoli (Mc), pur
risalendo alla fase del Romanico piceno, ripropone in assoluta purezza
imitativa motivi persiani o comunque orientali: draghi e palmette sassanidi,
girali di vite. Segno evidente che in loco erano ancora presenti modelli risalenti
alla Rinascenza carolingia.
Nei fregi esterno e interno del portale di S. Esuperanzio
la decorazione si risolve nella ripetizione standard di motivi a palmette
sassanidi, ripetuti in serie fino a costituire due fregi ininterrotti. Il
fregio centrale fra i due si fonda sullo stesso procedimento tecnico, solo che
il motivo standard di grappoli e foglie di vite viene riproposto a facce
alternatamente invertite, col risultato di conferire più vivace varietà
all’insieme del fregio.
Il fregio esterno delle palmette inizia e termina con le
raffigurazioni di due
identici draghi, di
ascendenza sassanide, anch’essi riprodotti a facce rispettivamente
invertite.
Mentre nel portale di Fermo la raffigurazione del drago è
unica e abbinata a quella dell’ibis – simbolo in Persia del potere imperiale e
allusivo nel Piceno al potere imperiale di Carlo Magno – nel portale di Cingoli
i due draghi hanno ormai valore puramente esornativo. Né poteva essere
altrimenti alla fine del sec. XIII, a distanza di quasi mezzo millennio
dall’epoca di Carlo Magno.
I due attuali montanti con alla base i draghi persiani
potrebbero essere stati in origine architravi di un edificio carolingio,
reimpiegati e trasformati. I due draghi sono, infatti, in posizione verticale,
innaturale, coi due arti non verso terra ma brancolanti nel vuoto.
Anche la tecnica di esecuzione, se paragonata ai sovrastanti motivi ornamentali, è decisamente diversa.
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