da un fortuito ritrovamento sul web di un acceso dibattito che il carissimo amico Franco Valentini ha sostenuto ben 18 anni or sono contro agguerriti detrattori della tesi del Prof. Giovanni Carnevale, trascrivo parte della discussione, facendola precedere da interessanti e chiarificatrici scoperte avvenute successivamente allo svolgimento del dibattito:
1)
Andreas Schaub, il 18 maggio 2010, ha detto all’ADNCRONOS/DPA, (dichiarazione ripresa il giorno dopo da molti giornali italiani): “La tomba originaria di Carlo Magno non si trova sull’atrio della cattedrale di Aquisgrana come si era finora pensato. A smentire la popolare teoria è stato un team di archeologi che per tre anni ha cercato invano tracce della sepoltura dell’imperatore. Malgrado le ricerche, le tracce più antiche trovate nel sottosuolo dell’atrio risalgono al 13esimo secolo, 400 anni dopo la morte di Carlo Magno”.
2 )
Di recente in un suo manuale scolastico G. Dorfles scrive: “Vanno segnalati i recenti studi italiani (G. Carnevale) che si spingono, persino, a ipotizzare che fu S. Claudio in Chienti, e non quella di Aquisgrana, la Cappella Palatina nella quale venne sepolto Carlo Magno.” (Dorfles, Ragazzi, Civiltà d’arte, vol. 2 2014, Atlas)
Per coloro che volessero seguire l'antico dibattito riporto anche il link:
https://free.it.storia.medioevo.narkive.com/Rd5ZYoXH/aquisgrana-in-val-di-chienti
Aquisgrana in Val di Chienti
(troppo vecchio per rispondere)
frank
18 anni fa
Sono Valentini Franco, faccio
parte del Comitato per lo studio
dei Carolingi in Val di Chienti. Vorrei partecipare al dibattito che si
è instaurato in questo Forum come semplice conoscitore e sostenitore
della tesi del prof. Carnevale.
Ho seguito lo scambio di opinioni tra il prof. Fiorili e il
dottor Scoccianti sul documento dell'inverno del 801 in cui il
professore desume, sulla base dellesame di questo documento, che non è
possibile, anzi assurdo, che Aquisgrana possa essere in Italia, tanto
meno in una zona cosi periferica come la Val di Chienti in provincia di
Macerata, archidiocesi di Fermo.
Rispetto il giudizio del prof. Fiorili, ma quello
che occorre, a mio avviso, è avere una visione d'assieme dell'intera
tesi. Qui ci sono tanti di quegli indizi che fanno prova; Agatha
Cristie diceva che 2 tracce fanno un indizio e 3 indizi fanno una
prova. Ebbene qui oltre a decine di indizi ci sono pure prove.
Capisco che la tesi del professor Carnevale sembri incredibile,
eppure è cosi. Non possiamo farci niente !
Infatti penso che non si smonti tanto facilmente, con tutto
il rispetto per i professori che si sono pronunciati sfavorevolmente.
La documentazione che esiste (che non è tutta presente
nel sito) non può essere ignorata, specialmente poi quando sono i
tedeschi stessi a dire che la Chiesa di Aachen non è la Cappella
Palatina fatta costruire da Carlo Magno.
Lo dice Illig nei suoi libri degli anni 90, portando
la bellezza di 24 ragioni architettoniche per dire che la chiesa di
Aachen è di tre secoli più tarda dall'epoca di Carlo Magno. Conosco il
grosso infortunio in cui è incappato Illig, ma non ha niente a che
vedere con le 24 ragioni architettoniche.
Chi visita la chiesa di Aachen e conosce la chiesa di
Ottmarsheim, vicino Strasburgo (1030, anno di costruzione), arguisce (e
lo arguisce anche uno che si intende poco di storia dellarte, penso)
che quella di Ottmarsheim è anteriore a quella di Aachen e ne
rappresenta il prototipo, non il contrario come dice l'ufficialità, se
non altro per quel piano in più di Aachen che fa pensare già
allavvento del Gotico.
A proposito poi di Illig, è doveroso far conoscere
che tra Illig e il prof. Carnevale c'è stato uno scambio epistolare,
dove il prof. esponeva la sua tesi. La risposta di Illig fu che
riconfermava che la chiesa di Aachen non è quella di Carlo Magno, ma
che la Cappella Palatina l'avrebbe continuata a cercare in Germania.
Reazione comprensibile per un tedesco
Poi cè la sorprendente recensione del prof. Nanselrath
che ha curato la mostra darte carolingia nei Musei Vaticani nel 2001,
che recita: "
"Vi sono crescenti dubbi che sia stato proprio Carlo Magno
l'ideatore di questa perfetta scenografia di Aachen. E' più probabile
che essa sia stata realizzata nel periodo ottoniano e attribuita a
Carlo Magno a sostegno del mito creatosi intorno alla sua figura. In
tal caso la simbologia scelta appositamente dai successori di Carlo
Magno si sarebbe trasformata in interpretazione storica, senza che
nessuno se ne accorgesse."
D'altro canto ad Aachen non c'è una chiesa
precedente, ad Aachen non è mai stato trovato il Palatium, anche se
dicono che sia sotto il Rathaus e tanto meno è stata trovata la "Nuova
Roma", entità reale descritta in tutte le biografie di Carlo Magno e
testimoniata in particolar modo dalla lettere di S.Nilo e Leone. Ma
siccome ad Aachen non cè, è caduta nelloblio. Sembra unentità
astratta, ideale.
Ed infine si dice che la chiesa di Aachen è stata
costruita da un certo Odo di Metz, quando le fonti affermano (Notker)
che la cappella palatina di Aquisgrana fu costruita da maestranze di
tutti i paesi al di là del mare reclutate da Carlo Magno, molto
probabilmente genti arabo-siriache.
Tutto ciò viene confermato dalloratorio di Germigny,
vicino Orleans, che è lunico monumento in Europa ad avere i documenti
che attestano la sua origine carolingia.
In questi documenti si dice che loratorio di Germigny
è stato costruito sul modello della Cappella Palatina che è in
Aquisgrana. La chiesa di Aachen non ha alcun punto in comune con
Germigny; per trovare le gemelle di Germigny, a livello europeo,
bisogna venire in Italia e più specificamente nel Piceno. Ce ne sono
quattro: S.Claudio al Chienti, S.Vittore alle Chiuse, S.Maria alle
Moie, S.Croce dei Conti a Sassoferrato.
La descrizione della Cappella di Aquisgrana fatta
dal Widukind in occasione dellincoronazione a re dei romani di
Ottone I nel 936 descrive S.Claudio, non Aachen.
Il Notker dice che sopra la Cappella di Aquisgrana vi
era un solarium che permetteva di girare intorno alla cupola. Ad
Aachen la cupola prende tutto il vano sottostante, non cè un
camminamento intorno alla cupola, come ancora oggi si può verificare in
una delle chiese gemelle di Germigny: S.Vittore alle Chiuse, presso le
grotte di Frasassi.
A tutto questo si aggiunga la traslazione del corpo
di Carlo Magno nel 1166, a cui segui pochi anni dopo la traslatio
imperii dallItalia in Germania e tutto questo ad opera del Barbarossa.
La storia ufficiale quindi dice che Carlo Magno è stato
sepolto ad Aquisgrana, il suo corpo oggi è nella chiesa di Aachen, ergo
Aachen è Aquisgrana. La storia si è formata in questo modo.
Ma è la traslazione del corpo di Carlo Magno da Aquisgrana ad altra
destinazione a confutare questo sillogismo !
Ma so che allo storico piace confrontarsi con più
documenti possibili. E giusto. Per questa volta e a questo proposito
vorrei citare due commenti di documenti fatti dal Bohmer (i documenti
non ce li abbiamo, il reperimento è lavoro da studiosi, noi ci
limitiamo a segnalarne lesistenza ed il sito). Questo è il classico
esempio di due documenti autentici, dichiarati falsi sol perché non
sono funzionali ad Aachen.
Chi conosce le varie guerre che limperatore Ludovico
II intraprese contro i Saraceni nel sud-Italia, sa che in una di queste
nel settembre del 865 Ludovico si trovava a Roma, poi si sposta sul
litorale adriatico a Ravenna dove organizza un esercito per muovere
contro i Saraceni e prevede di essere il 25 marzo 866 a Lucera, in
Puglia.
Senonchè ritarda, passa lungo lAdriatico e arrivato a
Pescara cambia strada, si interna verso la Marsica ad Avezzano e poi a
maggio 866 arriva a Sora, a giugno a Montecassino. Questo è quello che
dice la storia ufficiale.
Chi conosce la fonte di questo documento sa però che
manca qualcosa e quel qualcosa è che il 2 aprile 866 Ludovico scendendo
da Ravenna e diretto verso Pescara si ferma ad Aquisgrani Palatio
Regio, identificato subito dal Boemer con Aachen, poi accortosi
dellassurdità, specifica che si tratta di un falso !
Altro commento illuminante del Bohmer è
quello di Carlo III il Grosso che il 15 febbraio 881 è a Roma, il 26
febbraio è ad Aquis Palatii, (impropriamente indicato dal Bohmer con
Aachen anche questa volta), quindi a Piacenza e poi il 6 marzo a
Trento. Anche questo secondo documento per il Bohmer è un falso. Ha
pensato giustamente che non si può ragionevolmente arrivare in 11
giorni in pieno inverno da Roma ad Aachen; minimo ce ne sarebbero
voluti 40 ! Ammesso che fosse stato possibile valicare le Alpi !
E qui vorrei fare alcune considerazioni: è
ragionevole pensare che quelluomo di una certa età qualera Papa Leone
III andasse spesso a passare il Natale ad Aquisgrana con Carlo e si
sobbarcasse 30 40 giorni di viaggio massacrante con la grande
incognita del valicamento delle Alpi in inverno ? E a livello di
curiosità e non di prova le fonti dicono che il Papa e Carlo invece di
bere birra, come si converrebbe nel nord Europa, brindano con il vino
Falerno, vino dellItalia centro-meridionale. E magari, sempre a
livello di curiosità, brindano insieme al direttore spirituale di Carlo
Magno che era il Patriarca di Grado Fortunato che non divenne mai
Patriarca di Venezia perché andava troppo spesso ad Aquisgrana in
Francia a curare lanima di Carlo e i Veneti lo cacciarono e misero al
suo posto Giovanni !
E ovvio dire che le considerazioni fatte sono
supportate da documenti; qualora venissero richiesti, saremo solleciti
a citarli nel Forum.
A me non leva nessuno dalla testa che il Bohmer (e di
altri studiosi tedeschi che pure hanno avuto il merito di aver raccolto
quella montagna di documenti che oggi sono gli MGH) non abbia fatto
caso allincongruenza di questi 2 documenti (e di chissà quanti altri
che noi non conosciamo e forse non conosceremo mai) e non si sia
realmente chiesto come fosse stato possibile per ben due volte
localizzare il Palatium Aquisgrani in Italia ed in una precisa zona
dItalia.
Non vorrei essere malizioso, ma penso che se la raccolta
degli MGH fosse stata opera di studiosi italiani, oggi avremmo
riconosciuta la Aquisgrana italiana ! Quella più autentica. Il grande
lasso di tempo che è intercorso tra gli avvenimenti e la raccolta di
documenti (1000 anni) hanno creato nel frattempo quello che il prof.
Nasserlrath chiama: il crearsi dei miti intorno alla persona di Carlo
Magno. In tal caso la simbologia scelta dai successori di Carlo Magno
si sarebbe trasformata in interpretazione storica, senza che nessuno se
ne accorgesse.
Quindi non solamente il mito ha lavorato sulla chiesa
di Aachen, ma ha funzionato pure su molti documenti che portavano ad
una geografia diversa. I luoghi venivano francesizzati o germanizzati e
il più delle volte sicuramente in buona fede, perché il mito si era
sovrapposto alla realtà: da un certo momento in poi si era creata la
convinzione, anzi la certezza che Aachen fosse sempre stata Aquisgrana.
Non per niente nei documenti antichi la Francia viene
citata senza mai fare riferimento a città, allinfuori di Aquisgrana.
La Francia viene sempre distinta dalla Gallia , dalla Germania,
dallItalia. Si fa raramente riferimento a luoghi precisi, come nelle
altre regioni europee e quando il documento sembra entrare in
particolari mancano sempre delle frasi. Le note degli MGH riportano
diciture:qui manca il nome, qui il manoscritto è illeggibile, qui è
stato strappato.
Non so se ciò par poco, possiamo anche aggiungere
altri documenti; aggiungeremo sicuramente, non oggi, anche la
tradizione orale che da noi cè ed è sconcertante e ad Aachen non cè;
ad Aachen cè un buco nero !
Il 19 marzo a Civitanova Marche presso la nostra sede
(Biblioteca comunale S.Zavatti) terrà una conferenza una signora
francese che risiede nellAlto maceratese da 5 anni, in un paesino
chiamato Pievebovigliana.
La signora sta pubblicando un libro in Francia, ora
tradotto anche in italiano che si intitola: Sulle tracce di Carlo
Magno nel paese delle orchidee nere. Inutile dire che il paese delle
orchidee nere è il Piceno. Ed è la stessa signora , che non fa altro
che riconfermare Illig sulla completa assenza di tradizioni nel nord-
Europa (Ma Carlo Magno è mai esistito ?).
La signora è nata in Vallonia, la zona di Aachen e di
Heristal e ci ha confermato che là vi è completa assenza di tradizioni
su Carlo Magno e grande è stata la sua meraviglia quando le ha scoperte
qui e ancor prima di conoscere gli scritti del professore, lei ha
sentito per questa terra picena una forte attrazione, una familiarità
sconosciuta; le sembrava di essere tornata a casa sua in Vallonia. Sarà
molto interessante conoscerne le impressioni.
Saluti
Valentini Franco
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