venerdì 28 novembre 2025

PAUSOLA dalla TAVOLA PEUTINGERIANA

 DOVE SI TROVA IL BRONZETTO DI AFRODITE TROVATO NELLA CITTA' DI PAUSOLAE?

 Pausulae
 


TABULA PEUTINGERIANA: Segmento IV Est



PAUSULAE - SAN CLAUDIO AL CHIENTI (MC)

   Il nome degli abitanti di Pausulae - Pausolani - è incluso nell'elenco pliniano dei municipi romani della regio V (Nat. Hist. III, 111), mentre nel Liber coloniarum compare solo l'aggettivo Pausulensis (226, 257). 
   Ad oggi, l'unico elemento incontrovertibile che conferma l'identificazione del municipio nei pressi della chiesa di San Claudio al Chienti, è il rinvenimento di un frammento epigrafico recante l'etnico [Pau]sulan[i].
   Il centro sorse nella bassa valle del Chienti, sulla riva sinistra del fiume di cui sfruttava un terrazzo fluviale; le fonti itinerarie segnalano l'abitato in relazione alla viabilità regionale lungo la quale si collocava: una direttrice difatti partiva da Asculum e, passando per Pausulae, raggiungeva Potentia (Rav. IV 31; V 1), mentre un secondo percorso la collegava a Firmum (Guido 69, 12). Altre notizie in merito, seppure imprecise, vengono desunte dalla studio della Tabula Peutingeriana (V, 4), nella quale il municipio viene collocato a XIIII miglia da Asculum e VIII da Potentia, misure queste che tuttavia non sono conformi al reale.
   La storia dell'insediamente sembra poter iniziare già con una precoce presenza coloniale romana, da riferirsi alle deduzioni viritane attuate nel 232 a.C. a seguito della lex Flaminia. Tale dato, oltre che dai reperti, sembra poter essere ricavato dal differente andamento tra l'impianto urbano e l'organizzazione agraria del territorio: l'impianto centuriale, infatti, correva parallelo e ortogonale rispetto al corso del fiume, mentre gli assi urbani sembrano seguire altre logiche, di certo più antiche rispetto alla centuriazione, datata ad epoca triumvirale.
   La documentazione pertinente all'abitato è tutt'ora esigua: dalle epigrafi - a maggioranza di carattere funerario - si apprende che gli abitanti furono iscritti alla tribù Velina, mentre nulla trapela sulla struttura amministrativa della città.
   L'area urbana era circondata da una cinta muraria, del cui perimetro tuttavia oggi non rimane nulla, nonostante l'estensione di cospicuo materiale fittile ne possa individuare approssimativamente i limiti (anche grazie allo studio della decumentazione fotografica aerea).
   In passato, scavi ad est della chiesa hanno portato in luce un mosaico geometrico in tessere bianche e nere; indagini recenti, invece, hanno permesso l'individuazione di strutture in opus testaceum, che davano su di una strada con orientamento sud/ovest nord/est, mentre nel settore occidentale sono venuti in luce una fila di pilastri, inerenti ad un portico decorato da intonaci dipinti. Le fasi finora documentate dalle indagini, attestano una frequentazione della struttura dal I sec. a.C. fino al II d.C.
   L'ultima notizia pertinente all'abitato, la ricaviamo dalla citazione di un vescovo, un certo Claudius, Episcupus Pausulanus, che partecipò al concilio tenuto dal ponteficie Ilario nel 465 d.C., e dimostra come ancora nel V sec. Pausulae fosse una realtà viva, tanto da ospitare una sede vescovile.
  Dal territorio proviene invece un dolium con iscrizione latina del III sec a.C. e recante l'abbreviazione di due elementi onomastici riferibili a persone diverse; in località Santa Lucia di Morovalle è stato rinvenuto un  thesaurus (tesoretto monetale) sempre del III sec. a.C. all'interno di un cilindro in pietra con dedica ad Apollo  (CIL IX 5803) che ha fatto ipotizzare l'esistenza di un santuario dedicato alla divinità; lungo la strada per Montelupone, in località   Cervare di Morrovalle, è riconoscibile il nucleo in opus cementitium di un monumento funebre del tipo a torre che anticamente si trovava collocato lungo la direttrice che da Pausulae gingeva a Potentia. Infine in località Antico, resti di decorazioni fittili hanno fatto pensare alla presenza di un edificio di culto in questa zona, e in località Massaccio resti di una villa con pavimentazione a mosaico sono stati portati in luce.
   Da menzionare invece, tra i reperti provenienti dal sito della città, il bronzetto di Afrodite databile al I sec. d.C.

mercoledì 26 novembre 2025

Processo del cadavere, del Papa Formoso.


 Solo un evidente potere politico, economico e militare dell'imperatrice Ageltrude, (ha costruito l'abbazia di Rambona) ha potuto permettere una azione simile.




giovedì 13 novembre 2025

La RTTR di Trento intervista il Dott. Piero Giustozzi su Pausula

 



La RTTR di Trento intervista l'Ing. Alberto Morresi sulla Cappella Palatina di Carlo Magno in Val di Chienti

 



La RTTR di Trento intervista la Dott.ssa Chiara Morresi su Carlo Magno.

 


L'abate Ambrogio Autperto fra i ricordi del Prof. Enzo Mancini

 

Ambrogio Autperto
 
    La lettura di Franco Valente, pubblicato da questo centro studi, mi ha segnalato un personaggio legato al periodo carolingio che in precedenza non avevo preso molto in considerazione: il monaco Ambrogio Autperto.
    Da un cassetto della memoria mi è saltato fuori che avevo già ascoltato di persona Franco Valente in una uscita a san Vincenzo al Volturno di almeno quindici anni orsono. 
    Mi aveva colpito, oltre la sua cultura, la capacità di lettura degli antichi affreschi della cripta dell’abate Epifanio e la sua convinzione del passaggio di Carlomagno in questa sperduta località molisana. Ricordavo bene che la storiografia main stream non dava per certo nemmeno il suo arrivo a Monte Cassino.                                                         Era presente anche il professor Giovanni Carnevale, felice di tornare nei paraggi di Capracotta, il suo paese natale.
     Riassumo in sintesi quanto ho letto sull’abate Autperto. E’ stato un teologo e un mistico, nato prima del 740, morto il 30 gennaio 784, sulla strada per Roma, riportato cadavere alla sua abbazia. Ebbe a che dire con i monaci longobardi che mal sopportavano il nuovo padrone franco. 
    La festa dell’Assunta di Ferragosto la dobbiamo a questo monaco semisconosciuto. Dicono sia nato in Provenza, o meglio nel sud della Francia. Dicono che sia stato precettore del giovane Carlomagno, voluto a corte da Pipino il Breve, ma alcuni scrivono che sia una invenzione postuma. 
    La maggior parte lo da come precursore della rinascita carolingia, affermatasi poi con Alcuino di York. Come Alcuino avrebbe meritato l’onore degli altari molto più di san Carlomagno. Quello che più è certo è che fu abate, anche se per poco, dell’abbazia imperiale di san Vincenzo al Volturno. 
    Nel Chronicon Volturnense c’è una miniatura che è più di un documento scritto: il fumetto di Carlomagno che concede possedimenti all’abbazia di Autperto. Un attestato migliore di un atto notarile che Carlomagno in questa (oggi) sperduta abbazia sotto i monti della Meta c’è stato di persona personalmente, per usare la frase dell’appuntato Catarella  di Montalbano. 
    Mi viene spontaneo pensare che Ambrogio Autperto era nato a sud della Francia Picena, non lontano da Ascoli Piceno e che a Nord delle attuali Alpi non ci sia mai andato. Per questo risulta agli storici tedeschi quasi un personaggio inventato. Per me è un altro pezzo del Puzzle che ritorna al suo posto.
 
Mancini Enzo    
 
11 novembre 2025 – festa di san Martino ( nonché dei Cornuti, i paladini di Carlomagno).

mercoledì 12 novembre 2025

L'Imperatrice Ageltrude e la sua Rambona


 Federica Bassetti ha dato voce al monologo,  scritto da Mariapia Ciaghi, “Algertude, l’Imperatrice della Francia Picena”, nel corso della X edizione del congresso internazionale “Impronte femminili senza frontiere”, ideato da Mariapia Ciaghi, editore e fondatrice della casa editrice Il Sextante, , tenuto tra le mura del Castello del Buonconsiglio di Trento.