AQUISGRANA NON È AD AACHEN
In risposta alla petizione di studiosi e
parrocchiani al vescovo di Feermo
Maggio 2010: La tomba di Carlomagno non è nell’atrio della cattedrale di Aquisgrana (Il
giornale); Grave of Charlemagne remains a
mystery(Medial News); Germania:archeologi
smentiscono leggenda su tomba di Carlomagno (Adn Kronos); La tomba di Carlo Magno? Non esiste (Avvenire);
Carlo Magno non abita qui (La
stampa).
La tomba originaria di Carlo Magno non
si trova nell’atrio della cattedrale di Aquisgrana. Questa la notizia. Un
gruppo di archeologi guidati da Andreas Schaub per tre anni ha cercato invano
tracce della sepoltura dell’imperatore, morto nel 814. Le tracce più antiche
trovate risalgono al XIII secolo, quattrocento anni dopo la sua morte.
San Claudio al Chienti e la Cappella
palatina di Aquisgrana sono la stessa cosa. Storicamente e architetturalmente.
Questa la tesi del prof. Giovanni Carnevale, resa pubblica nel 1993 e
sviluppata in altre quattordici pubblicazioni. Tesi ignorata dagli studiosi. In
verità c’è stata qualche sporadica manifestazione di dissenso senza tuttavia specificarne
i motivi. Desta meraviglia che dopo molto tempo e soltanto dopo la sua morte la
tesi del professore sia ritenuta storicamente infondata. Questi studiosi li hanno
letti i libri del prof. Carnevale ? Onestà intellettuale richiede che la
contrarietà ad una teoria sia resa manifesta con prove, argomentazioni e
considerazioni storiche. Proponiamo alcuni esempi. Il prof. Carnevale mette a fondamento della
sua teoria l’affermazione di Theodulf, alto prelato alla corte di Carlo
Magno, che ha fatto costruire a Germigny
des Prés una cappella instar eius quae in
Aquis est, ossia simile alla cappella di Aquisgrana. Se questa poi non è
minimamente rassomigliante a quella di Aachen che ha pianta ottagonale e non
quadrata, qualche interrogativo si pone.
Nel Capitulare
de villis, straordinario documento carolingio, si fa riferimento a specie
vegetali tipiche del clima mediterraneo e non nordico. In due capitoli si cita
il vino cotto, prodotto tipico della nostra terra. Le vigne non crescevano ad
Aachen per la piccola glaciazione del dal V al IX secolo.
Gli insigni studiosi firmatari della
petizione non debbono preoccuparsi se
vacilla la tradizione che vuole Aquisgrana ad Aachen. Non è questione tale da
minare i rapporti italo tedeschi e gli equilibri europei.
Tra gli illustri firmatari della
petizione anche il famoso divulgatore storico Alessandro Barbero. Per contro
rammentiamo che nel manuale scolastico di Gillo Dorfles, uno dei maggiori
storici del’arte italiana, è citata la tesi del prof. Giovanni Carnevale.
Ai numerosi firmatari parrocchiani, alcuni dei quali
ignorano che San Claudio dal 1986 non è più pievania ma parrocchia,
ricordiamo che la loro terra ha
avuto un passato ben più importante di Aachen.
Ivi insisteva la città romana di Pausulae,
una vasta area archeologica, uno dei primi insediamenti cristiani d’Occidente
sede di diocesi con un proprio vescovo.
In conclusione auspichiamo il confronto
sugli argomenti trattati, di grande utilità più delle polemiche e petizioni.
Piero Giustozzi
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