Nel corso del colloquio consegnano al Dott. Stefano finocchi la seguente lettera aperta, che sintetizza il motivo della visita.
Alla Soprintendenza archeologica, belle arti
e paesaggio delle Marche
Ancona
Il Centro studi, unitamente al
parroco di San Claudio, in considerazione del crescente numero di visitatori,
ha attrezzato la chiesa superiore a auditorium con quadri espositivi illustranti
le caratteristiche e le origini dell’edificio sacro, unico nel suo genere
architettonico. Nel periodo estivo la
chiesa è stata visitata da circa cinquantamila turisti, italiani e stranieri,
attratti dalla sua straordinaria bellezza e interessati a conoscere le tesi del
prof. Giovanni Carnevale, che stravolgendo la storiografia ufficiale dell’Alto
medioevo, ha collocato la Cappella palatina di Aquisgrana a San Claudio. Tesi
prese in seria considerazione da alcuni storiografi, che hanno peraltro accertato
l’inesistenza dell’antica Aquisgrana ad Aachen.
I soci volontari del Centro studi,
associazione senza scopi di lucro e priva di qualsiasi sostentamento esterno,
hanno illustrato le caratteristiche e la storia della chiesa, dato in omaggio
ai visitatori dépliant illustrativi e altro materiale cartaceo sulle fonti documentarie e
architettoniche, stampato a proprie spese. Hanno provveduto a ripulire la
storica campana (502 kg. forgiata nel 1297, rifusa negli anni 1742 e 1928), che
non può essere ricollocata nella sua posizione originaria per motivi di
sicurezza, poiché presenta una crepa in conseguenza del terremoto.
Assai nota ma per nulla valorizzata è anche la vasta area archeologica
insistente attorno alla chiesa, attualmente ben definita nelle sue dimensioni.
L’università di Macerata, quella di Camerino soprattutto e il Comando
carabinieri TPC di Ancona hanno da diversi anni effettuato rilievi e
ricognizioni mediante i più sofisticati e moderni strumenti. Nel convegno del 1
luglio 2017 tenutosi nell’università di Camerino e nella conferenza del 15
settembre 2018 nella chiesa superiore di San Claudio, i ricercatori geologi e
archeologi hanno evidenziato che il terreno esaminato presenta a varie
profondità interessanti e numerose anomalie, ossia reperti archeologici. E’ indispensabile
facilitare a loro l’autorizzazione, ancora non concessa, ad effettuare i relativi
saggi di scavo per identificare
esattamente quello che il terreno nasconde.
Il Centro studi si propone di abbattere il muro di indifferenza eretto fino ad ora dalle istituzioni di qualsiasi
livello. In modo particolare chiede di riscoprire i 680 mq. portati in luce
negli anni 1980-82, inopinatamente ricoperti con un telo protettivo. Giova
ricordare che oltre ai resti dell’antica Pausulae
furono rinvenuti i ruderi di una delle più antiche basiliche paleocristiane,
che molto potrebbe dirci sulla penetrazione del cristianesimo nella nostra
regione.
Istituire a San Claudio un parco
archeologico. Riunire in un’unica sede in numerosi reperti che sono in gran
parte custoditi non classificati nei magazzini del museo regionale di Ancona,
alcuni nella villa Tusculano di Appignano di proprietà della famiglia Armaroli
Tambroni, altri davanti alla chiesa di San Claudio, mentre alcune epigrafi si
trovano a Corridonia murate in un porticato di fronte al palazzo comunale.
E’ del tutto evidente che lo sviluppo
e il movimento turistico ha notevoli risvolti economici soprattutto in un
periodo di stagnazione e precarietà.
Aachen può contare all’incirca su due
milioni di turisti che vanno a vedere la Cappella palatina fatta edificare da
Carlo Magno… qualche secolo dopo la sua morte.
Centro studi San Claudio al Chienti.