Statua equestre di Carlo Magno del maestro Sandro Piermarini, esposta nel sagrato della chiesa di San Claudio, nell'estate del 2017.
giovedì 18 gennaio 2018
martedì 16 gennaio 2018
Questo trono è o non è di Carlo Magno?
Dal sito della cattedrale di Aachen:
https://www.aachenerdom.de/en/cathedral-experience/3d-virtual-tour/
ci viene indicato che i Re di Germania hanno utilizzato questo trono dal 936.
Quindi è da ritenere che Carlo Magno non lo abbia mai utilizzato!
venerdì 5 gennaio 2018
Da: "LA RUCOLA " del 5 gennaio 2018
PER L'ACQUISTO DEL LIBRO (€ 12,00 compresa spezizione in Italia) CHIEDI AL: 3274552764
“La congiura di
Santa Croce” per deporre Carlo il Grosso
Libro in versione
bilingue italiano-inglese di Alberto Morresi
Il volumetto, strutturato bilingue inglese-italiano, inizia così: “La
Regione Marche è vissuta sempre ai margini dell’interesse di operatori
turistici, studiosi d’arte, archeologi e storici, spesso prevaricata dal
clamore di altre Regioni quali la Toscana o l’Umbria. Eppure questa Regione
oltre alle bellezze paesaggistiche cantate dal Leopardi, offre una
ricchezza di tesori artistici così diffusa e straordinaria, che sembra
impossibile non abbia attratto l’attenzione di cultori dell’arte nei tempi
passati.” Questa nuova pubblicazione di Alberto Morresi è l’ennesimo richiamo
degli appassionati locali diretto ai marchigiani e ai turisti, un “guardate che
qui nel passato c’è stato qualcosa di grosso, talmente grosso che è stato
cancellato”… In queste pagine si pone l’attenzione su una chiesa, una delle
tante magnifiche costruzioni medievali marchigiane, di recente ristrutturata e
visitabile: Santa Croce al Chienti, la cui struttura risale al tardo antico,
poi ristrutturata e ampliata in epoca carolingia, come provato da documenti
d’archivio e più volte citata da Andrea Bacci nei suoi scritti del 1500. La
ricostruzione delle vicende che ruotano intorno all’abbazia Santa Croce è
piuttosto complessa, ma in sintesi conferma l’importanza politico religiosa del
sito, con il coinvolgimento di molte generazioni di imperatori e di papi, fino
al momento in cui il papato, accaparratosi dei beni imperiali con conseguente
indebolimento del potere imperiale, induce il Barbarossa a salvare il salvabile
optando per la translatio imperii, cioè spostare il cuore del potere imperiale
a Colonia, insieme con i suoi simboli. Quindi, dopo averlo fatto Santo per
poterlo spostare, cerca a lungo i resti di Carlo Magno, introvabili forse
perché nascosti, o proprio perduti; il problema viene risolto per “divina
ispirazione” con i resti di un uomo che nel 1166 furono portati a Colonia e
oggi sono venerati ad Aachen come appartenenti a San Carlo Magno. Ma il video
di un documentario sul reliquiario di Aachen, molto probabilmente rivela la
falsità dell’operazione messa in atto da Federico Barbarossa: sulla calotta del
presunto Carlo Magno c’è un buco, e dalle fonti non risultano interventi del
genere sull’imperatore; pare invece che tale intervento lo avesse subìto il
pronipote Carlo il Grosso… Un ulteriore tassello nel puzzle, fra i tanti
ancora da trovare e sistemare, in questa avvincente storia.
Per info contattare
l’autore all’indirizzo email: alberto.morresi@libero.it
Cell. 3274552764
Simonetta Borgiani
5 gennaio 2018
Il prof. Enzo Mancini ritorna ancora sulla "Questione Francescana" nella speranza che si giunga alla vera storia della vita del Santo
Paul Sabatier è un
nome noto a chi legge qualcosa di san Francesco. Vissuto dal 1858 al 1928, fu
pastore calvinista e aderente al modernismo. In parte per questo , in parte
perché è lui ad aver fatto nascere la questione francescana, i frati minori
francescani lo hanno considerato poco meglio del diavolo che intorbida l’acqua
santa.
La questione francescana ha oggi surclassato la questione
omerica dei tempi di Schliemann in quantità di inchiostro versato. Sono tanti
ad essersi cimentati sulla questione riguardante il Poverello di Assisi, ma i
più autorevoli sono considerati i francesi.
Paul Sabatier in primis, poi André Vauchez e attualmente Jacques
Dalarun.
Va bene che il nome Francesco significa “il francese”, ma
sarà un caso che sono tutti francesi i maggiori esperti del santo di Assisi?
Per me no!
Cerco di spiegarmi citando quello che dice Chiara Mercuri nella prefazione del suo
libro: Francesco d’Assisi – la storia
negata.
“Nel 1890 il pastore
calvinista Paul Sabatier giunse ad Assisi per cercare negli antichi fondi
manoscritti della biblioteca del sacro convento una dimenticata biografia di
Francesco d’Assisi…
… come un antico
cercatore, il Sabatier aveva un’idea precisa di cosa stesse cercando…
…Egli inseguiva gli
scritti clandestini di frate Leone, il frate che era stato segretario personale
e confessore di Francesco. Leone aveva scritto qualcosa su Francesco, prova ne
era la lettera di Greccio, inviata nel 1244 al ministro generale dell’Ordine,
che a quegli scritti faceva riferimento…
…Rotoli divenuti
clandestini dopo il funesto ordine di Bonaventura da Bagnoregio di distruggere
tutte le leggende precedenti alla sua.
Invece che tra i contrafforti gotici dell’imponente convento
francescano, sospesi a strapiombo sul verde dell’Appennino, quando era ormai
sul punto di darsi per vinto, fiaccato dai molti buchi nell’acqua prodotti
dalle sue ricerche, il Sabatier riuscì a scovare sulla riva sinistra della
Senna, sotto i tetti d’ardesia della biblioteca Mazarine, quello che da sempre
cercava.”
Credo anch’io che per conoscere la storia del medioevo
maceratese avrei maggiori possibilità andando al numero 23 di quai de Conti,
sulla “rive gauche” di Parigi, dirimpetto al museo del Louvre, e in altre
biblioteche della “Ville lumière”.
Ne sono convinto specialmente dopo aver letto gli ultimi due
lavori della professoressa
Simonetta Torresi.
Mancini Enzo, Macerata, li 4 gennaio 2018.
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