Riproduciamo il punto 3.1 della relazione
3.1 - Riscoperta della storia e delle origini dei beni architettonici
Un primo elemento su cui soffermarci è la ricchezza
di avvenimenti storici che abbiamo ospitato nei millenni precedenti e di ciò
che hanno prodotto in termini di resti monumentali e di cultura.
Nelle Marche c’è una “concentrazione” di luoghi
storici, di beni culturali ed architettonici, veramente unica. Un censimento di
pochi anni fa ha designato le Marche come la terra con la maggiore densità di
pinacoteche, di raccolte di oggetti d’arte e di segni della storia. Ci sono ben
234 luoghi di interesse culturale racchiusi nel piccolo territorio che va da
Gabicce a San Benedetto del Tronto, dagli Appennini all’Adriatico, senza
contare le 315 biblioteche, i 163 santuari, i 56 castelli e i 70 teatri
storici. Una densità unica al mondo, battuta soltanto dalla città di Firenze,
ma non dalla Regione Toscana.
Ci sono studiosi che sostengono che addirittura una
parte della storia dell’alto Medio Evo andrebbe riscritta, per il mancato
racconto delle opere e del passaggio – molto meno episodico di quanto si pensi
– di Carlo Magno, nonché di re e condottieri prima e dopo di lui.
All’estero la storia è fonte di valorizzazione, e
quindi di reddito e occupazione, molto superiore alla nostra, pur in presenza
di segni e reperti decisamente meno significativi dei nostri. Quindi, se questo
è un assunto condiviso da tutti, c’è bisogno di un concorso di idee e
compartecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati per un grande piano di
valorizzazione storico-culturale del territorio.
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