mercoledì 19 luglio 2017
martedì 18 luglio 2017
Mostra di scultura IL GHIGNO DELL'IRONIA - Abbazia San Claudio 29 luglio - 15 agosto
mercoledì 12 luglio 2017
Dalla relazione del Vescovo Mons. Armando Trasarti In collaborazione con l’ufficio pastorale diocesano per i problemi sociali e il lavoro su: " IL LAVORO NELLA VOCAZIONE DI UN TERRITORIO"
Riproduciamo il punto 3.1 della relazione
3.1 - Riscoperta della storia e delle origini dei beni architettonici
Un primo elemento su cui soffermarci è la ricchezza
di avvenimenti storici che abbiamo ospitato nei millenni precedenti e di ciò
che hanno prodotto in termini di resti monumentali e di cultura.
Nelle Marche c’è una “concentrazione” di luoghi
storici, di beni culturali ed architettonici, veramente unica. Un censimento di
pochi anni fa ha designato le Marche come la terra con la maggiore densità di
pinacoteche, di raccolte di oggetti d’arte e di segni della storia. Ci sono ben
234 luoghi di interesse culturale racchiusi nel piccolo territorio che va da
Gabicce a San Benedetto del Tronto, dagli Appennini all’Adriatico, senza
contare le 315 biblioteche, i 163 santuari, i 56 castelli e i 70 teatri
storici. Una densità unica al mondo, battuta soltanto dalla città di Firenze,
ma non dalla Regione Toscana.
Ci sono studiosi che sostengono che addirittura una
parte della storia dell’alto Medio Evo andrebbe riscritta, per il mancato
racconto delle opere e del passaggio – molto meno episodico di quanto si pensi
– di Carlo Magno, nonché di re e condottieri prima e dopo di lui.
All’estero la storia è fonte di valorizzazione, e
quindi di reddito e occupazione, molto superiore alla nostra, pur in presenza
di segni e reperti decisamente meno significativi dei nostri. Quindi, se questo
è un assunto condiviso da tutti, c’è bisogno di un concorso di idee e
compartecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati per un grande piano di
valorizzazione storico-culturale del territorio.
martedì 4 luglio 2017
UNICAM - Progetto di ricerca: Il patrimonio culturale delle Marche centro-meridionali dal Tardo Antico all’Alto Medioevo..
Il 1 luglio 2017 alle ore 10 presso la
Sala Convegni del Rettorato al Campus universitario dell'UNICAM a Camerino
(MC), si è tenuta la Giornata di Studio ""Primi risultati del
Progetto di Ricerca PicHer (Picenum Heritage). Il patrimonio culturale delle
Marche centro-meridionali dal Tardo Antico all'Alto Medioevo".
Dopo i saluti iniziali del
neoeletto Magnifico Rettore Claudio Pettinari, ha moderato l'attesissimo
ed interessante l'incontro il Responsabile del Progetto Gilberto
Pambianchi.
Era dal Convegno camerte su "I
Carolingi nel Piceno" del 16 Luglio del 2014, con cui di fatto partiva il
Progetto suddetto, che tutti gli esperti e gli appassionati del settore
aspettavano i risultati preliminari della ricerca pluridisciplinare e con
tecniche non invasive (senza scavi archeologici).
Purtroppo erano stranamente assenti i
politici regionali Ceriscioli e Pieroni ed il nuovo referente della
Soprintendenza di Ancona Birrozzi oltre ad altre autorità convocate per
l'occasione (p. es. Marcolini): forse la carente cartellonistica stradale
indicatoria del recente complesso accademico di via D'Accorso li ha fatti
disperdere...
Dei sindaci dei Comuni coinvolti solo
Alessandro Delpriori era giustamente presente.
Per la stampa il solo Fernando
Pallocchini de "La Rucola" maceratese era giustamente sul posto a
rendicontare prontamente per i suoi affezionatissimi e numerosissimi lettori.
Una risposta alle gravi ferite del sisma
del 2016 per le nostre zone marchigiane deve essere la rinascita culturale e
quindi turistica e sociale: in questo senso va la ricerca odierna oggetto
del presente incontro.
La cooperazione fra studiosi di diverse
discipline non può che portare buoni frutti se si analizza sistematicamente un
territorio (la Valle del Chienti in particolare) ed un periodo storico
(l'Altomedioevo) entrambi poco indagati e conosciuti.
Marco Materazzi ha sottolineato come San
Claudio di Corridonia fosse in antico letteralmente circondata artificialmente
e non dalle acque fluviali. Infatti la Valle del Chienti risulta antropizzata
da sempre (ed archeologicamente ed ambientalmente ben conservata) ed è una
dinamica e permeabile linea di confine e di transito per popoli, culture
e commerci.
Giovanni Scoccianti ha ribadito come
essendo agli inizi i risultati scientifici debbano ancora essere valutati nella
loro interezza e ci vorrà ancora tempo (NdA: infatti finanziamenti pubblici
promessi non sono arrivati fisicamente del tutto!).
Enzo Catani ripercorrendo la bibliografia
storica ed archeologica dell'area in questione evidenzia come già nel
passato il "palinsento" storico del nostro territorio (con numerose e
secolari stratificazioni) fosse stato in qualche modo evidenziato da eruditi
locali (docc. del 1143 chiamano Insula le vicinanze di San Claudio) ed invita
aprendo alla collaborazione fra Accademia e Associazioni locali di appassionati
che da decenni studiano la zona con competenza.
Qui da buon cronista ritengo
personalmente che sia giusto e doveroso che rammenti ai più che
magari non sanno (e dato che l'Università continua a non rammentarlo a
dovere...) che è grazie alle intuizioni storiografiche ed artistiche di oltre
25 anni fa del Prof. Don Giovanni Carnevale che siamo ritornati a rivalutare -
in un contesto più ampio - queste contrade e questi periodi storici
finora ritenuti quasi marginali.
Enrica Petrucci rileva che dai rilievi
architettonici puntuali degli alzati murari verticali delle tre chiese
dell'Annunziata a Montecosaro (MC), di San Claudio a Corridonia (MC) e di S.
Croce a S. Elpidio a Mare (FM) risulterebbe essere stato usato un modulo comune
nelle progettazioni e che si potrebbe evidenziare il piede bizantino come
misura dei mattoni utilizzati in comune.
Graziella Roselli da conto delle tecniche
scientifiche innovative e non invasive che hanno permesso di scoprire
intonaci, pigmenti, nicchie e tamponature altrimenti celate anche a San Ginesio
(MC) in Collegiata.
Non possiamo che ben sperare per il futuro sopratutto che i nostri
amministratori locali e nazionali capiscano l'importanza di queste ricerche per
tutto il territorio in genere e che ci sia fattiva, sincera e proficua la
collaborazione fra chi fa seriamente ricerca che sia per mestiere
(pagati) o che sia per passione (gratis), insieme per il bene
comune.
Prof. Alvise MANNI
(Centro Studi San Claudio al Chienti di Corridonia - MC )
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