In vista dell’imminente pubblicazione del nuovo libro di
Giovanni Carnevale riporto quanto scritto da un importante storico tedesco,
scomparso nel 2014, allo scopo di attutire la caduta dalle nuvole di chi non ha
mai sentito prima la tesi del professore salesiano.
I passi che seguono sono presi da: Storia della Germania, di
Hagen Schulze, Donzelli editore, Roma, tradotto da Ilaria Tani.
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… Le radici
della storia tedesca non affondano nelle foreste germaniche ma in quella
straordinaria città stato italica che fu Roma, la quale arrivò ad estendere il
suo potere su tutto il bacino mediterraneo, a dominare l’Europa fino al Reno,
al limes , al Danubio, la cui cultura
unitaria e al tempo stesso multiforme rappresentò per gli antichi un mondo ben
definito, un ecumene. Nulla era più ambito che essere cittadino romano;
l’apostolo Paolo ne era tanto orgoglioso quanto il principe dei cherusci
Arminio, nonostante tutte le differenze con Roma…
(Arminio è il vincitore di Varo, nel 9 d.C. , nella
battaglia della selva di Teutoburgo.)
… Questo
impero (carolingio) non poteva durare… un ordine inviato dall’imperatore da
Aquisgrana a Roma impiegava due mesi per giungere a destinazione…
… Il
termine Germania… venne introdotto soltanto nel XV secolo e ci vollero più di
cento anni perché si affermasse. I popoli che abitavano a est del Reno per
secoli ignorarono di essere tedeschi…
…a partire
dal 919, quando la corona reale passò a Enrico I ( padre di Ottone I ),
per più di un secolo la dinastia dei sassoni ebbe un ruolo di primo piano,
sostituendosi ai Franchi. Secondo il monaco Vitichindo di Corvey … l’impero era
omnis Francia Saxonique, era
costituito cioè dai territori dei Franchi e dei Sassoni: di Germania non si
parlava affatto…
…Il termine
teutonicus aveva dunque all’origine
una connotazione ostile; italiani, francesi, inglesi lo utilizzavano quando
volevano esprimere scherno e disapprovazione nei confronti degli abitanti della
Germania e dei loro sovrani, come quel Giovanni di Salisbury, vescovo di
Chartres, che nel 1160 si scagliò contro il tentativo di Barbarossa di far
eleggere un papa senza il sostegno francese e inglese: “ Chi ha nominato i
tedeschi giudici delle nazioni? Chi ha conferito a questi uomini rozzi e
violenti il potere di imporre arbitrariamente un principe sulle teste dei figli
di Dio?”…
… Non
abbiamo dunque a che fare con una storia del medioevo tedesco, con una storia
dello splendore imperiale tedesco, e neppure con l’inizio di una storia dei
tedeschi, poiché costoro non sapevano ancora di essere tedeschi. Si tratta
piuttosto di preistoria tedesca…
…La Germania del XIX secolo è
stata definita una verspatete Nation,
una nazione in ritardo. Questo può dirsi propriamente dell’intera storia
tedesca…
… La
maggior parte delle città tedesche … sono sorte tra l’inizio del XII e i primi
anni del XIV secolo…
… intorno
al 1300 la Francia ne aveva cinque ( di università ), l’ Alta Italia tre,
l’Inghilterra e la Castiglia
due, il Portogallo una, mentre in tutto l’impero ( tedesco) … all’epoca non ne
esisteva nessuna. Soltanto nel 1348 l’imperatore Carlo IV, in qualità di re di
Boemia, creò a Praga una università, quasi duecento anni dopo la fondazione
dell’università di Parigi, il modello cui essa si ispirava. Ancora nel XIII
secolo scrittura, cultura e scienza erano prerogative dei paesi romanzi, e
anche dell’Inghilterra…
… L’idea di
una nazione tedesca non aveva però
connotazioni soltanto politiche ma anche culturali, e da questo punto di vista
essa fece un notevole passo in avanti quando l’umanista italiano Poggio
Bracciolini riportò alla luce il testo dimenticato della
“Germania “
di Tacito, pubblicandola in Italia nel 1455… Quella della “Germania”, scritta
intorno al 100 d.C. per l’imperatore Traiano, fu dunque una scoperta
sensazionale: dalla penna di uno dei maggiori scrittori del passato, autorità
stimatissima e indiscussa, si veniva adesso a sapere che i tedeschi sin
dall’antichità erano stati un popolo… Fino ad allora gli eruditi tedeschi erano
restati molto indietro nella competizione ingaggiata a livello internazionale
per la celebrazione delle rispettive identità nazionali, giacché se dalla
stirpe francese era derivata la Francia, non esisteva invece una stirpe tedesca
da cui potesse svilupparsi una nazione tedesca; “tedesco” era un termine
generico che indicava i dialetti popolari germanici quando non una parola del
tutto artificiale… ora invece bastava tradurre: i germani di Tacito erano gli
antenati dei tedeschi contemporanei. Alla Germania
dei romani corrispondeva l’attuale “ Deutschland” e solo adesso, nel 1500,
questo termine comparve al singolare, mentre fino a quel momento ci si era
accontentati dell’espressione “ deutschen Landen”, paesi tedeschi…
… Così la Bibbia tradotta ( dopo la
pace religiosa di Augusta del 1555) nel possente tedesco sassone di Meissen
divenne il libro di lettura nazionale, e lo stesso accadde con i trattati e le lettere di Lutero…
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(e
così nacque, nel giro di una sola generazione, la lingua che ora parlano dalla
Baviera, anzi da Bolzano, fino alle coste del mare del Nord)
Con questa
battuta fra parentesi è finita la citazione del libro di Hagen
Schulze e mi viene da commentare: non sarà che gli storici tedeschi si
sono convertiti alla tesi di Giovanni Carnevale?
Il fatto è
che non ho avuto il tempo di leggerlo tutto questo libro, perciò chissà?
Enzo
Mancini
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