Monte Cassino, Bominaco, Madonna del Canneto
Sono tre luoghi dell’Italia centrale tutti e tre ai limiti del confine Sud dell’impero carolingio. Confine che non risulta ben definito né a Sud né a Ovest né tantomeno ad Est. Secondo i medievisti accademici Carlo Magno non li avrebbe mai visitati. Gli storici locali la pensano diversamente.
Il santuario della Madonna del Canneto si trova in Molise, nella valle del Trigno, fiume su cui passa il confine con l’Abruzzo. Ci sono capitato 15 anni orsono partecipando ad un ciclo pellegrinaggio. La chiesa è dichiarata del XII secolo, sicuramente su un edificio preesistente più antico. Lo dimostra a fianco della chiesa la presenza dei resti di una villa romana. Dichiarata romana: come succede dalle nostre parti ogni resto archeologico anteriore all’XI secolo viene fatto risalire ai tempi di Nerone. All’ingresso della chiesa ci sono delle lapidi, certamente non più antiche della chiesa, ma qualche secolo dovrebbero avercelo perché con la scritta in latino. Mi incuriosì che una di queste lapidi diceva che il santuario era stato visitato da Carlo Magno. Ora io dico: se tre o quattro secoli fa qualcuno si è preso la briga di far scolpire su pietra queste parole si vede che aveva delle prove documentali. Perché avrebbe dovuto riportare su pietra una bugia?
Ad una ventina di chilometri a Sud Est di L’Aquila, in Abruzzo, a 1.000 metri sul livello del mare c’è un piccolo paese chiamato Bominaco. Fa parte del comune di Caporciano. Non ci sono mai stato: me ne ha parlato l’amico Menghi Gabriele che invece ci è stato di persona, dicendomi che c’è un edificio con affreschi in cui c’è scritto che lo ha fatto costruire Carlo Magno. Ho cercato di approfondire con quello che si trova in rete. Il paese di Bominaco è dominato dai ruderi di un castello medievale; vi si trovava un complesso abbaziale di cui restano due edifici vicini: la chiesa di santa Maria Assunta e l’oratorio di san Pellegrino. L’oratorio è stato chiamato “Cappella Sistina dell’Abruzzo” per i suoi affreschi.
La scritta dice che l’edificio è stato costruito dal
re CARULO e ristrutturato dall’abate TEODINO. Secondo il sito del comune di
Caporciano il Carlo in questione è sicuramente quello Magno, ma il dubbio
riguarda l’epoca della ristrutturazione, avvenuta sicuramente dopo cinque
secoli della prima costruzione. Avrebbero raccontato i monaci che soggiornando
da quelle parti Carlo Magno, gli apparve in sogno san Pellegrino comandando la
costruzione di una chiesa a lui dedicata. Che i monaci si siano inventati il
sogno è probabile, ma che si siano inventati anche il passaggio dell’imperatore
non lo credo.
Oltre alla scritta dell’affresco ci sarebbe un diploma del
1156 vantato dai monaci di Bominaco e uno scritto del “Chronicon Volturnense”
che attribuiscono la fondazione dell’oratorio a Carlo Magno. Gli storici li
ritengono dei falsi, scritti allo scopo di legittimare il diritto di proprietà
dei monaci su quelle terre. Lo fanno spesso gli accademici quando gli scritti
non quagliano con la versione ufficiale. Li dichiarano falsi.
Anche a Monte Cassino ci sono stato in
ciclo pellegrinaggio, con un gruppo di Civitanova. Il gruppo aveva a disposizione
una guida ben preparata. Fra le prime frasi che disse la signora fu che Carlo
Magno a Monte Cassino ci era venuto quattro volte. Ero fresco di lettura della
“Storia della Chiesa” dell’Amann: obiettai che il famoso storico
aveva scritto che il grande Carlo a Monte Cassino ci era andato una volta sola
e anche quella non era poi tanto sicura. La signora mi rispose un poco
spazientita che avevano i documenti che parlano chiaro.
Or dunque, dopo aver conosciuto queste tre località, io dovrei credere di più a Barbero, che dice che in Italia Carlo Magno ci è venuto solo quattro volte, o a Giovanni Carnevale che dice che in Italia ci stava di casa?
Mancini Enzo 11 aprile 2025
(quarto anniversario della morte di Giovanni Carnevale)