Annoiato da una brutta edizione della classica di primavera, la corsa ciclistica Milano – Sanremo, questo sabato ho fatto la conoscenza di Pietro Ratto, ascoltando il video di presentazione del suo libro: “ La Storia dei vincitori e i suoi miti”.
Il libro è del 2017, il video, (1000 anni di Storia da riscrivere) del
2018; se l’avessi visto prima avrei anche letto il libro: appena posso colmerò
questa lacuna. Ma non posso fare a meno di riportare testualmente quanto dice
questo signore verso la fine del video, a beneficio soprattutto di chi si
strappa le vesti di fronte alla teoria di Giovanni Carnevale su Aquisgrana a
san Claudio al Chienti.
“…Come si fa a scrivere un libro di Storia? Quando una casa editrice ti
dice:- Mi realizzi un manuale di Storia per il triennio dei Licei?- Cosa fai?
Prendi un altro manuale di Storia e lo copi. Semplicemente modifichi certe cose
e parli prima… della Francia degli anni 30 del 900 piuttosto che
dell’Inghilterra… dai un taglio di un tipo o di un altro, ma gli eventi vengono
ricopiati tali e quali.
Perché nessuno si prende la briga di andare a cercare i documenti e di
riscriverli da capo. Allora i libri si scrivono copiando i libri. Non c’è
nessuno che ha voglia di mettersi lì…qui mi pongo il problema … ad esempio
delle datazioni.
Ci sono dei dubbi enormi sulle cronologie ufficiali… ci sono problemi…
relativamente solo alle capacità di molti storici di leggere sui documenti le
date in modo corretto, perché le date vengono riportate nei documenti antichi
con tante di quelle diverse variazioni e indizioni che in realtà molti degli
storici ufficiali non si pongono neanche il problema o non lo considerano.
Quindi c’è proprio un problema alla
base, di cronologia, che tra l’altro è nata molto recentemente.
Perché non è che nell’ anno 1.000 sapessero di essere nell’ anno 1.000. Per
cui la famosa balla che ci hanno insegnato a scuola che nel 999 erano tutti
agitati… (perché sarebbe arrivata la fine del mondo)…non è possibile perché
non sapevano di essere nel 999… per non dire molto peggio…perché le pergamene
antiche, le pergamene medievali sono difficilissime da leggere; c’è tutto un
discorso di abbreviazioni scribali, per cui ci vuole una preparazione enorme e
una mole di dizionari e di enciclopedie notevolissima.
Quindi nessuno va a rileggersi i documenti. Si ricopia. E chi
insegna, insegna a memoria… all ’ insegnante interessa che venga ripetuta la
sua lezione… non c’è tanto da capire, non è latino, non è matematica.
Qual’ è l’errore di fondo? Che la Storia sia qualcosa di facile,
semplicissimo, da assumere a buon mercato, senza sforzo critico, senza
ragionarci su… Questo fa sì che ci si passi il testimone gli uni con gli altri,
da insegnanti ad allievi, da storici a insegnanti, ripetendo tutti a memoria le
stesse cose.
E quando succede che qualcuno prova ad accendere la luce su un punto e
magari trova qualcosa che non funziona, che va in modo diverso, viene subito
screditato come: “e chi si crede di essere questo” e “chissà che storico
è costui”. E l’alunno che magari si riferisce a un mio libro si vede il voto
abbassato, gli viene consigliato di cambiare letture. Questo da parte di altri colleghi, che in
questo modo fanno questa guerra fra galline, tra poveri.
Ma cosa sacrifichiamo è “la Verità”. Perché io non posso in nessun modo
dire, ma nemmeno credere, che qualcuno possa arrivare alla verità. Ed è questo
anche il bello, perché anche il fatto di non poter arrivare alla verità è ciò
che ci permette di continuare a cercarla. E cercare la verità è il senso della
nostra esistenza, è ciò che ci rende uomini.”
Parole sante, collega insegnante. Finalmente qualcuno che parla senza peli
sulla lingua. Immagino insegnante in un Liceo e non
dell’Università, perché le avrebbero da un pezzo tagliato lo stipendio in un
Ateneo.
Ma ho da dirle che “ Mille anni di Storia da riscrivere” sono pochi.
Ci metta almeno anche il periodo Carolingio.
Inoltre ho un’osservazione da fare.
Pietro Ratto sarà scomodo ma sta su Wikipedia. Perché don Giovanni
Carnevale no?
Macerata, 20 marzo
2021 Mancini
Enzo