Santo Spes
Il santo di oggi, 23 maggio 2020, per la Chiesa Cattolica è santo Spes, che in latino significa speranza.
Non avendolo mai sentito nominare in precedenza, sono andato un po’ in cerca di informazioni sul suo conto. Il sito web santiebeati.it scrive che non si sa molto di lui, che probabilmente nacque a Spoleto, di cui fu vescovo per ben 32 anni. Di sicuro visse o almeno fu vescovo dopo l’anno 419. Dice per concludere: “Un’appendice alla storia di santo Spes di Spoleto è quella che riguarda le sue reliquie, portate in parte, non si sa quando e per quale ragione, in Francia, ad Aix-la-Chapelle.”
Questo non ha una logica per chi segue la storia ufficiale, ma per chi sostiene la teoria di Giovanni Carnevale è chiaramente un ulteriore indizio a favore.
Fra Preci e Saccovescio, in una posizione dominante la Valnerina, c’è una chiesa dedicata a santo Spes, che ha rischiato di sbriciolarsi sotto i colpi del terremoto del 2016, ma ora è stata recuperata. L’abbazia di sant’Eutizio non è molto distante, Eutizio che fu un discepolo di Spes. In quell’area ad ovest dei monti Sibillini nel V secolo c’erano parecchi monaci, sia anacoreti che cenobiti. Su Wikipedia non c’è molto di più: si conosce esattamente il giorno della morte di santo Spes da un epitaffio, il 23 novembre, ma non si sa di quale anno. Anche wikipedia conclude dicendo: “ Parte delle sue reliquie furono portate, non si sa quando e per quale ragione, in Francia, ad Aix-la-Chapelle”.
E’ curioso che nessuno scriva che Aix-la-Chapelle oggi è più conosciuta come Aachen o Aquisgrana, perché non si trova in Francia ma in Germania. Mi fa sorridere che per la storia ufficiale questo santo Spes ad Aquisgrana ce l’hanno portato da morto; ma c’è una sfilza di santi che la storia ufficiale in Francia ce li ha messi da vivi, ma che in realtà sono vissuti vicino a casa nostra, nella valle del Chienti o in quelle limitrofe. Purtroppo non ci sono prove, solo labili indizi; ma quando i labili indizi sono tanti possono costituire una prova. Al primo posto della lista ci metterei san Martino, oggi noto come quello di Tours. Secondo me a Tours ce l’hanno portato molti anni dopo dei tempi di Carlo Magno. In una lettera Alcuino di York scrive che vicino al suo monastero di san Martino c’è un monastero di santo Amando. I sapientoni transalpini si sono scervellati per trovare questa località in Francia. La stanno ancora cercando. Qui da noi invece vicino a Monte san Martino c’è Amandola. Santo Amando per i Franchi veniva subito dopo san Martino. Che il paese di Amandola derivi il suo nome dal mandorlo è pura fantasia. Come quella di quel parroco di Petritoli che volle scrivere che il suo paese prendeva il nome da una grossa pietra.
Petritoli deve il nome a “Titulum Petri” o meglio a “Petri titulum” !
Mancini Enzo
Macerata, 23 maggio 2020