giovedì 19 settembre 2019
lunedì 9 settembre 2019
Giorgio Rapanelli: Il professore GIOVANNI CARNEVALE: a pranzo con l'Alto Medioevo alla "Pecora Nera" di Macerata
Sabato, 7 settembre
2019. La cucina abruzzese de "La Pecora Nera" di Macerata ha
accompagnato per tre ore la lezione del Professore Giovanni Carnevale sul
passaggio dall'Epoca Carolingia all'Alto Medioevo ai commensali Angela Schulze
Raestrup con la figlia Thekla Schulze Raestrup, Alberto Morresi, presidente del
Centro Studi San Claudio al Chienti, Domenico Antognozzi, collaboratore del
professore Carnevale, e chi ha ripreso parzialmente il piacevole avvenimento (Giorgio Rapanelli) per un affettuoso ricordo...
sabato 7 settembre 2019
Il Prof. Enzo Mancini ubica la Parigi dell'alto medioevo
Fra’ Gregorio da Napoli
E’ stato questo frate a mettermi in testa per primo che la “ Universitate Parisius ” non era lontana da qui.
Nella ricostruzione del Medioevo fatta da Giovanni Carnevale viene collocata Saint Denis a San Ginesio ma non parla di dove poteva essere collocata Parigi nel Piceno. Simonetta Torresi ne “ La storia dei popoli delle Marche ovvero l’origine dell’Europa” colloca Parigi a Macerata, ma questa ipotesi non mi ha convinto. Mi perdoni la Torresi se contraddico, ma la mia divergenza vuole essere costruttiva; e sono pronto a cambiare opinione se saltassero fuori nuovi elementi.
Io ho sviluppato l’idea che la Parigi primigenia stava a Camerino.
Ma per me Parigi nel Medioevo non era un toponimo ma il nome della Scuola di Studi Generali, la Facoltà di Teologia in cui si formavano i teologi della Chiesa Cattolica Romana, Studium translato dalla Nuova Roma Carolingia, dove era la “Schola Palatina” di Alcuino di York. Per questo , a mio modesto parere, non c’è traccia di una Parigi nella Francia Picena.
Parigi diventò un toponimo sulle rive della Senna solo dopo Filippo II Augusto, dopo l’abate Sigerio, dopo la fondazione della Sorbona nel 1253.
Nel Medioevo tutti i personaggi più illustri, e in particolare quelli poi fatti santi , si spostavano fra Roma, Bologna e Parigi come se ci fosse già a quei tempi una compagnia aerea “Low cost “ .
Ma ritornando a frate Gregorio da Napoli, questi fu lasciato come vicario di san Francesco in Italia, quando il santo di Assisi partì per la Terrasanta nel 1219. Alla Porziuncola invece aveva lasciato come vicario frate Matteo da Narni.
Frate Gregorio non fu all’altezza del compito affidatogli, visto che il santo fu richiamato in Assisi in fretta, dal momento che l’Ordine Francescano appena costituitosi stava prendendo una brutta piega.
Quando il 4 ottobre 1226 Francesco morì, Frate Elia scrisse per primo, per far conoscere la notizia, “ al caro fratello in Cristo Gregorio, ministro dei frati che sono in Francia “ . Ma frate Gregorio non si era spostato da dove si trovava al momento della partenza di Francesco per la Terrasanta.
Di frate Gregorio da Napoli scrive frà Tommaso da Eccleston: “ Quis enim Gregorio in praedicatione vel praelatione in Universitate Parisius vel clero totius Franciae comparabilis?”
Sono convinto che fra’ Gregorio non doveva stare troppo lontano da Assisi: bastava superare il monte Subasio e il monte Pennino. Perché dove potevano stare la maggior parte dei frati Francescani al momento della morte del fondatore se non in Umbria e nelle Marche?
Ha scritto Carlo Bo: “ San Francesco è nato ad Assisi, ma il Francescanesimo è nato nelle Marche”.
I dintorni di Camerino pullulano di luoghi collegati al primo Francescanesimo, con una concentrazione che non ha eguali forse neanche ai dintorni di Assisi, spesso ignorati dalle tante biografie del Santo perché supportati da tradizione e non da documenti scritti. A leggere le biografie di san Francesco il santo sarebbe passato nelle Marche solo per andare al porto di Ancona.
Ma “ il ginepraio inestricabile “ della questione francescana rimarrà inestricabile finché non verrà riconosciuta la Francia Picena come la Francia da cui prende il nome il santo di Assisi.
Ma soprattutto come potevano stare nella Francia attuale tutti quei primi frati dato che nell’attuale Francia meridionale dal 1209 al 1229 imperversò la crociata contro gli Albigesi ? Arnaud Amaury, quello che “ Dio riconoscerà i suoi”, non avrebbe fatto sconti ai seguaci del Poverello di Assisi. In fondo si distinguevano dai Catari solo nel riconoscere la gerarchia ecclesiastica, o poco più.
Camerino ha i numeri per essere il luogo che ha ospitato l’Universitate Parisius non solo perché una tradizione documentata da Aristide Conti parla della presenza in questa cittadina delle “Mura di Paris “.
Camerino era una città fortificata da mura fin dai tempi dei Romani ed era un centro importante per i Franchi: Guido e Lamberto di Camerino furono imperatori del sacro romano impero.
Ma come ci può stare in un piccolo paese arroccato nell’Appennino centrale una delle Università più antiche d’Italia se non perché c’era già ai tempi di san Francesco?
Poi nel 1259 il paese fu distrutto, ma la scuola rimase.
Da qui l’enigma di Dante che visitò Parigi, tenendo testa ai dotti di quella Università,
senza valicare le Alpi.
Da qui si comprende meglio anche la nascita della lingua italiana nell’Italia centrale.
Checché ne dica Dante Alighieri nel “De vulgari Eloquentia”, la lingua italiana è nata nel Ducato di Spoleto, che comprendeva anche il Maceratese e il Fermano.
Con un centro come l’Universitate Parisius si spiega benissimo come il dialetto del Ducato di Spoleto possa essere diventato “ cardinale, aulico e curiale”.
Dante, tanto di cappello, la fece diventare illustre, ma la lingua italiana ai suoi tempi era già nata. E’ o non è il “Cantico delle creature “ di san Francesco il primo componimento scritto in Italiano?
Mancini Enzo Macerata 8 agosto 2019
P.S. Il santo di oggi, san Domenico di Guzman, fondatore dell’ordine dei Domenicani, voleva che i suoi studiassero all’ Universitate Parisius , al contrario di san Francesco. Per questo anche lui bazzicava le Marche.
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