Lettera aperta a Jacques Dalarun
"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti... Guide cieche che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello." ( Matteo 23, versetti 23-24 )
Domenica 4 ottobre 2015 ebbi l'opportunità di andare a Gubbio per il festival del Medioevo. Ho scoperto quel giorno che Gubbio non è poi così lontana da Macerata: ci sono arrivato con poco più di un'ora, senza correre troppo. Non conoscendo l'orario delle relazioni ci andai per tempo. Così mi dovetti sorbettare due ore di cultura ritrita, di linguaggio accademico in professorese, di persone che dicono, dicono... e alla fine non si capisce cosa hanno detto. Sicuramente è " a capa mia che nun è bona".
Ma valse la pena di aspettare, perché Dalarun è una persona squisita, e non parlava professorese. Nonostante l'italiano non sia la sua lingua madre si faceva capire benissimo. Ho ascoltato il suo intervento con piacere ed attenzione, come tutta l'assemblea. E' un uomo innamorato di san Francesco, anzi del suo Francois, ( chiedo scusa ma non so mettere la cediglia).
Trapelava dai suoi discorsi che avrebbe voluto essere nato nei luoghi di san Francesco.
Sono riuscito a farmi autografare una copia del suo" La vita ritrovata del beatissimo Francesco", che avevo acquistato qualche mese prima nella versione francese, per non aspettare l'edizione italiana. Tanto mi aveva incuriosito la storia del manoscritto originale, trovato in Italia, finito in America, acquistato dietro suo interessamento dalla Biblioteca Nazionale Francese. Dalarun concluse dicendo: " L'avventura non fa che iniziare! "
Gli lasciai una copia del mio "Aquisgrana Restituta". Credo di avergli rovinato il sonno per qualche giorno, se si è degnato di dargli un'occhiata.
Spero che non sia lui, capace di filtrare i moscerini con Tommaso da Celano, a ingoiare il cammello che la Francia di san Francesco sia la Francia di oggi e non quella che stava nelle Marche.
Mancini Enzo, li 27 maggio 2019, Macerata.