Da: Muratori anni 881 – 883
Anno di Cristo 881.
Indizione XIV.
di Giovanni VIII papa 10.
di Carlo Il Grosso imperadore
1.
Per le ragioni di sopra addotte tengo io per fermo che
Carlo il Grosso conseguisse non già
nell'anno addietro, ma bensì nel presente da papa
Giovanni la dignità e titolo d'Imperador de' Romani. Nella Cronica Farfense (1)
da me pubblicata si legge un diploma di esso Carlo Crasso, confuso da quello
storico con Carlo Magno, dato II^. Kal. Alatili, Anno, Christopropitio
lmp'.rìi Domili Karoli praepotenu's Augniti unctionis suae Primo, Indiclione
XIV. Actum Aquis l'illudo. Se, come dissi ivi in una Annotazione, col nome
di Aquis s'intendesse Aquìsgrana, non potrebbe stare che allora questo Augusto
si trovasse in quel luogo. E che neppure quivi si parli della città d'Aiqui nel
Monferrato, lo deduco io da un bellissimo placito che originale si conserva
nell'archivio dei canonici d'Arezzo, e fu da me pubblicato (i) altrove.
Da esso apparisce che Carlo il Grosso si trovava in Siena, assistente al
medesimo placito , Ando Impciii idem Domni Karoli Primo, Mense Martio,
Indictione Quartadecima, cioè nel marzo dell'anno presente, nel tornare che
l'ili faceva dalla coronazione romana. Adunque non potè egli sul
fine di febbraio trovarsi nel Monferrato, come pretese a quest'anno l'Eccardo
(3). Non si accorda questo documento col pisano riferito di sopra; e quando
quoto sussista, parrebbe che nel febbraio, o nel principio di marzo
accadesse la coronazione romana di Carlo il Grosso. Veggasi ancora un altro diploma
all'anno 896 qui sotto, dove si incontra un Aquis, che era forse una
corte posta nel contado di Verona. Intanto l'Augusto Girlo invece di procedere
coli' armi sue, siccome il papa desiderava e sperava, alla difesa del
Ducato Romano, troppo malmenato dai Saraceni, noi il iniriam ritornato in
Lombardia a prendersi il fresco. Da un suo diploma (4) presso il Campi si
scorge ch'egli era ritornato a Pavia K. ldus Aprilis Anno
Incarnationis Dominicae DCCCLXXXI. Indictiont XIV. Anno Imperli primo. Un
altro da me dato alla luce (5) cel fa vedere V. KaUndas Mai' Anno
liicaiiialionis Dominicae DCCCLXXXI. Indictione XIV. Anno vero Imperli ejus lì.
(sari scritto nell'originale Anno 1.) In esso dic'ejli, Berengarium
Ducem (del Friuli), et affittitale nobis conjimctum (perchè
figliuolo di Gislasua zia paterna) nostram deptveasse clcmenUam, qua-
temo cuidam Capellano suo. Pttrum nomine, conCederemus quasdam res
massaricias ec. Non si sa che questo Augusto attendesse nell'anno presente
ad impresa alcuna. Abbiamo bensì una lettera a lui scritta nel dì 29 di marzo
(fi), nella presente indizione XIV , da papa Giovanni, in cui gli rappresenta i
gravissimi guai patiti allora dai Romani per cagion dei Saraceni , guai che
andavano ogni di più crescendo; e però lo scongiura di spedire,
secondoche avea promesso, in loro aiuto un forte esorto Chron. FariViis. P. II.
I. 2. Rer. Italie p. 38o. (2) Anliq. lui. Diucrt. XXXI. Q) F.rrard. Rrr.
Germanìcar. lib. 3l. (4) Campi, lslor. Piarmi, loin. I. pag. ^tìtì.
(5) Antiqui!. Italie. Di>Krt. V.
(6) Epist. a(x). Johannis
Papae Vili.
cito, alla cui testa sia un generale mandato dalla
corte sua: segno che il papa non si fidava dei ducili di Spoleli e Toscana. Ma
non apparisce che Carlo il Grosso se ne prendesse gran pensiero, né clic
inviasse gente a soccorrere l'alllitta Roma. Due diplomi d'esso Augusto nel dì
4 di dicembre in Milano si leggono nelle mie Antichità Italiche (1). Si
raccoglie da un'altra lettera (a), che manda esso pontefice all'iniperadore Pelrum,
insignem Palatti nostri super ista (si dee scrivere supero- tam
) Deticùuum Consiliarìum nostrum , comunemque Fideleim, con Zaccheria
vescovo, affinchè esso Augusto spedisca i suoi messi prò recipiendis de
omnibus, quae hactenus perperam acla fiiemnt, jusliliis, et emendalionibus, ac prò
totius Terrae Sancii Petri salute. Qui si rac
al medesimo Romano, noi impariamo che papa Giovanni s'
era portato a Napoli. Il motivo di questo viaggio risulta da varie altre sue
lettere dell'anno presente (1). Atanasio II vescovo insieme e duca di Napoli,
per ambizione , per interesse, per cabale uomo lutto mondano, si compiaceva
forte dell'amicizia dei Saraceni, perchè entrava a parte de' loro bottini, cioè
degli assàssinj clic coloro andavano commettendo negli Stati della Chiesa
Romana, di Capua, e dell' altre contrade cristiane. Più preghiere ed istanze
avea fatto papa Giovanni; molto danaro avea sborsatoi andò più d' una
volta a Napoli, e dovette andarvi anche nel1' anno presente apposta , anche per
tentare in persona di rompere quella indegna lega. Nulla poi fruttando tanti
passi, finalmente pro
comanda papa Giovanni , perché vengano i ! feri contra
di lui la scomunica. Ma questo ve
messi dell'imperadorc, acciocché colla loro autorità si rimedii ai torti e danni inferiti alla Chiesa Romana.
Nessun commento:
Posta un commento