martedì 26 marzo 2019

QUALI SONO LE CAUSE DELLA DAMNATIO MEMORIAE? Belmonte Piceno è stato considerato nell’archeologia europea il sito più importante della cultura picena arcaica.




Dal sito del Comune di Belmonte Piceno:
http://comunebelmontepiceno.it/c044008/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/22

riportiamo uno stralcio della relazione pubblicata in: Museo Archeologico Comunale


I carri a due ruote
Durante gli scavi del 1909-1911 furono trovate almeno 9 o 10 sepolture che contenevano un carro a due ruote, di cui alcuni asportati in blocco e trasferiti al museo di Ancona, dove vennero in parte ricostruiti ed esposti al pubblico. Fino ad oggi Belmonte è rimasto il sito piceno con il numero più alto di carri nelle tombe. Solitamente il carro si presenta in un solo esemplare per tomba, posto nella fossa tombale ad un livello più alto rispetto al defunto. Eccezionale, e senza confronto in Italia, è il rinvenimento di 6 carri nella famosa “Tomba del duce”. Interpretati come status symbol dell’élite di epoca arcaica, a Belmonte i carri sono stati trovati sia in tombe maschili sia in sepolture femminili. Dei carri, realizzati quasi esclusivamente in legno, oggi si conservano solo pochi frammenti, come i cerchioni in ferro delle ruote e dei mozzi. Dalle foto d’archivio sono individuabili, però, anche elementi in bronzo appartenenti al rivestimento.
A quanto risulta sia dalle foto scattate durante gli scavi, sia dalle ricostruzioni successive di Dall’Osso realizzate per l’esposizione ad Ancona, i carri di Belmonte erano tutti a due ruote posti nelle fosse tombali interi. Rimangono invece in certi casi delle tombe che hanno restituito più di due cerchioni: sembra che questi non siano riconducibili ad un carro a quattro ruote ma a due carri a due ruote in parte smontati, come è attestato nella famosa “Tomba della regina” di Sirolo-Numana. Come dimostrano i meglio conservati carri da Grottazzolina, la ruota era costruita con raggi. Dai pochi resti superstiti è difficile stabilire il tipo di veicolo. In epoca arcaica venivano usati accanto ai carri da guerra (la biga o il cursus), i carri da trasporto e da viaggio come il calesse. Sulla biga si guidava stando in piedi, posizione adatta per la parata, la corsa e la guerra, e per questo essa è in genere considerata attributo tipico del guerrieri. Sui calesse, in genere attribuiti alle donne nobili, si viaggiava invece seduti.
All’attuale stato della ricerca non è dimostrabile che ci sia una differenza a Belmonte tra i carri trovati nelle tombe maschili e quelli delle tombe femminili, soprattutto perché mancano gli elementi tecnici distintivi. Nelle note raffigurazioni antiche dei carri di ambito greco, etrusco e veneto la donna può apparire anche sulla biga dietro il guerrieri, mentre l’uomo può essere seduto sul calesse. I due cavalli da tiro venivano fissati al timone del carro probabilmente con un giogo, di cui sembrano esser state trovate le fasce di rivestimento in bronzo.

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