domenica 15 marzo 2015

BREVE APPENDICE STORICA SULLA VAL DI CHIENTI NELL'ALTO MEDIOEVO - Parte quarta


                                                 BREVE APPENDICE STORICA
                                   SULLA VAL DI CHIENTI NELL’ALTO MEDIOEVO
                                           (con articoli apparsi sulla stampa locale)



Ad utilità dei lettori riproduciamo quattro articoli apparsi sul periodico “Montolmo e Dintorni”, edito a Corridonia, redatti dal Prof. Giovanni Carnevale con la collaborazione dell’Arch. Riccardo Garbuglia.

       SOTTO L’URTO DEGLI ARABI, I PAPI SI RIFUGIANO IN VAL DI CHIENTI
  (L’articolo è stato ripreso dal periodico “Montolmo e Dintorni” di Corridonia: N°8 marzo 2012)

Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente, nel 476, le popolazioni germaniche varcarono la tradizionale frontiera del Reno occupando le antiche province romane della Gallia e della Spagna. L’Italia vide l’arrivo di popolazioni barbariche come i Goti di Ravenna, ma i barbari non si radicarono in Italia se non coi Longobardi, che fecero di Pavia la capitale del loro regno.  Il regno longobardo era suddiviso in ducati, che arrivarono a controllare tutto il nord Italia e altre parti della penisola; nell’Italia centrale spiccava il Ducato di Spoleto, in quella meridionale Benevento.  L’impero romano d’oriente, con capitale Bisanzio, mantenne il controllo della fascia adriatica, delle coste meridionali e della Sicilia.  La situazione si complicò per Bisanzio quando dovette fronteggiare l’invasione degli Arabi, che conquistarono non solo le province del medio oriente e dell’Africa, ma anche, all’inizio del secolo VIII, l’intera Spagna.  La conquista della Spagna provocò per l’Europa il confronto diretto con l’Islam e creò i presupposti perché il Piceno, e in particolare la Val di Chienti, acquistassero una importantissima posizione politico-militare nell’incipiente alto medioevo.  Le recenti ricerche hanno evidenziato lo stabilirsi dei Franchi nel Piceno e le loro annuali guerre con Carlo Martello in Gallia contro gli Arabi che ne tentavano la conquista.  L’alleanza dei Franchi piceni col papato portò all’abolizione della dinastia dei Merovingi in Gallia e alla nascita in Italia della nuova dinastia carolingia con Pipino, consacrato re dei Franchi nel 753 da Papa Stefano II in Saint Denis, oggi San Ginesio, e con Carlo Magno, unto imperatore a Roma la notte di Natale dell’800.  Carlo Magno moriva nel gennaio dell’814 e sarà il caso che, per il 1200° anniversario della sua morte, la cultura locale ricordi in qualche modo l’evento.
Con suo figlio Ludovico il Pio le difficoltà con gli Arabi si fecero sentire anche in Italia.  Claudio, vescovo di Torino, oggi Pieve Torina, ci dice che il sovrano lo aveva incaricato, all’arrivo di ogni primavera, di fronteggiare improvvisi sbarchi notturni di Arabi lungo le coste adriatiche.  Sulle coste laziali la situazione era ancor più pericolosa; il mar Tirreno era infatti totalmente sotto il controllo degli Arabi, che stavano anche completando la conquista della Sicilia.  La sua occupazione fu ultimata nell’840.  In quello stesso anno moriva l’imperatore Ludovico il Pio e gli Arabi sbarcavano anche sulla penisola, occupando Taranto e Bari.
Già prima di questi eventi, Gregorio IV, Papa dall’827, aveva abbandonato Roma e trovato rifugio in Val di Chienti, ove la Santa Sede possedeva beni territoriali dall’epoca dei primi sovrani carolingi, le cosiddette Domus Cultae.  È più la logica concatenazione degli eventi che i superstiti documenti a chiarire il trasferimento della sede del papato da Roma in Val di Chienti, nei pressi dell’Aquisgrana carolingia.  La storiografia arranca nel buio: i Papi lasciavano una Urbs o Roma e ritrovavano un’altra Urbs e un’altra Roma (oggi Urbisaglia) nel Piceno, allora Francia.  Comunque Papa Gregorio IV, prima di morire nell’844, si era preoccupato di costruire una fortezza a difesa del locale portus (oggi Civitanova) che gli storiografi hanno identificato con Ostia, il ché non ha senso perché gli Arabi erano in grado di sbarcare senza trovare ostacoli di sorta lungo tutta la costa laziale, indifesa.  Nell’846 gli Arabi saccheggiarono Ancona, poi attaccarono la fortezza di Portus, decisi a  conquistare Aquisgrana, ma furono respinti sul territorio della riva destra del Chienti e ricacciati.  Non andò però esente dal saccheggio lungo la riva destra del Chienti la ricca chiesa carolingia di San Pietro, nell’odierna Corridonia.  Per fronteggiare futuri pericoli, sulla riva destra del Chienti fu costruita una serie di fortificazioni da Papa Leone IV (847 - 855), che da lui presero nome di Civitas Leonina.  Fortificata con possenti mura la zona di San Pietro, questa chiesa, tuttora esistente ma totalmente ricostruita nel 1700, divenne la cattedrale dei Papi in esilio nel Piceno.  Era fronteggiata da uno splendido portico chiamato anche Paradisus, dove trovarono sepoltura Papi e Imperatori nell’alto medioevo.  Viene citata anche nel XIII fioretto di San Francesco che, venuto a Roma, in Francia, entrò in quella chiesa.  Naturalmente il San Pietro Piceno sui documenti, affiancato ai termini di Francia Picena, Urbs o Roma Picena, ha contribuito a far credere che i Papi nell’alto medioevo rimasero sempre a Roma senza bisogno di trovare rifugio in Val di Chienti.
Altri elementi ci spingono a pensare che il Papato effettivamente risiedette per due o tre secoli in Val di Chienti.  L’antica splendida cappella palatina costruita da Carlo Magno, al cui ingresso il sovrano fu sepolto e vi restò finché il Barbarossa nel 1166 non ne portò i resti ad Aachen, estintasi la dinastia dei Carolingi, fu assunta dai Papi come propria sede pontificia e non si chiamò più cappella ma basilica lateranense.  Nell’817, subito dopo la morte di Carlo Magno, si era tenuta un’assemblea di ecclesiastici presieduta da Benedetto di Aniane per estendere la regola di San Benedetto a tutti i monasteri di occidente.  È documentato che questo sinodo fu tenuto ad Aquisgrana nell’ala del Palatium di Carlo Magno denominata Laterano.  La storiografia ha immaginato che i Papi e il Laterano non si fossero mai spostati da Roma, quando invece questa era ridotta a un cumulo di rovine.  Il Laterano tornò a Roma quando vi tornarono i Papi, verso il secolo XIII, in una data non ben precisabile.

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