Donazione di Costantino
“Ahi Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!”
Dante Alighieri considerava verace la donazione di Costantino, ma era anche convinto che da questa avevano origine i mali della Chiesa, che da lì cominciò a “ puttaneggiar coi regi”. L’umanista Lorenzo Valla ne dimostrò la falsità nel 1440, in uno scritto che non poté pubblicare: “De falso credita et ementita Constantini Donatione “. Pochi anni prima anche Niccolò da Cusa aveva formulato grossi dubbi sulla sua veridicità. Lo scritto costò al Valla l’attenzione dell’Inquisizione e il rischio di morte sicura se non fosse scappato tempestivamente a Barcellona. In seguito riuscì a ricucire i rapporti con la curia pontificia, tanto che fu nominato canonico di San Giovanni in Laterano.
Non sono riuscito a capire se era o non era un prete, come oggi si intende con il termine “canonico”. L’opera di cui sopra fu pubblicata nel 1518 in Germania, messa naturalmente all’indice dei libri proibiti in ambiente cattolico. Fu un “assist” di non poco conto per Lutero, che se ne servì per dare dell’anticristo al Papa di Roma.
Per quanto io sappia
la Chiesa, che dopo quattro secoli ha chiesto ufficialmente scusa a Galilei,
non ha mai ammesso la falsità del Costitutum Constantini tramite
un suo rappresentante ufficiale. Questo documento è datato 30 marzo 315. In
esso l’imperatore, che sarebbe stato guarito dalla lebbra, concede a Silvestro
I il primato sulle chiese orientali, il possesso del palazzo del Laterano, di
Roma e dell’Occidente cristiano. Un bel malloppo senza colpo ferire. Secondo la
storiografia moderna il documento sarebbe stato redatto dalla cancelleria
pontificia in un vago arco di tempo fra VIII e IX secolo, o a Roma, o a saint
Denis o a Corbie. Non me lo invento io, ma così ho letto sulla Treccani, su
Wikipedia e altro. Insomma o a Roma o in Francia.
Seguendo il mio istinto, dopo aver letto Giovanni Carnevale, il falso
documento fu scritto ai tempi di Ludovico il Pio, non in quella terra che era a
quei tempi “Gallia”, ma nella Francia Picena. I figli eredi dell’imperatore
litigavano fra di loro e con il padre. Quelli che sapevano leggere e scrivere,
chierici e monaci, avevano subodorato la mala parata dell’impero carolingio.
Sapevano che una pergamena ben scritta e controfirmata conferiva la proprietà
di terreni e case. Non siamo lontani dai tempi in cui diventarono abati di
Farfa degli avanzi di galera come Campone e Ildebrando.
La falsa donazione di Costantino fornì l’appoggio per dichiarare la
superiorità del Papato sul Sacro Romano Impero e il diritto al potere temporale
del pontefice di Roma. Non fu cosa da poco nell’indirizzare il corso della
storia dell’Occidente. Questo indizio per me è un altro tassello del puzzle che
ritorna al suo posto, che mi convince della bontà della teoria di Giovanni
Carnevale. Il Costitutum Constantini
fu redatto quando Imperatore e Papa erano vicini fisicamente, nella Francia
Picena, dove era Aquisgrana.
Lorenzo Valla morì nel 1457. La sua verità fu riconosciuta solo nel 1518, e
non da tutti, dopo più di 60 anni. Giovanni Carnevale è morto nel 2021. Non ci
spero che la sua verità sia riconosciuta prima del 2080. Chi vivrà vedrà.
Mancini Enzo. 2 maggio 2025. Macerata.